Vertice Montreal Canada - Ue: una partnership per la pace e la crescita globali grazie a multilateralismo e regole condivise
Justin Trudeau e Donald Tusk si sono incontrati a Montreal il 17-18 luglio per il 17 ° vertice Canada - Unione europea. È stata l'occasione per rafforzare un'amicizia che affonda le radici in valori e una storia comuni e confermare la fiducia nel multilateralismo e la democrazia come strumenti di risoluzione delle sfide globali. Tra i dossier affrontati: commercio e crescita sostenibile, cambiamenti climatici e protezione dell'ambiente, migrazioni, promozione della pace e della sicurezza internazionali, energia e innovazione.
Laura Borzi*
Il vertice Canada Unione Europea, che si è tenuto a Montreal il 17-18 luglio, ha costituito l'occasione per fare il punto sulla stretta relazione che caratterizza le due sponde dell'Atlantico e preparare il terreno favorevole per la cooperazione futura tra le problematiche di un disordine mondiale che stenta a trovare la direzione verso un nuovo equilibrio.
Prova ne sia che, sullo sfondo delle varie tematiche affrontate - commercio, clima, energia, relazioni internazionali e sicurezza - resta proprio la sentita preoccupazione di proteggere e rinnovare il tessuto istituzionale che aveva caratterizzato il sistema multilaterale onusiano, i cui tratti originari risultano a stento riconoscibili nel multiforme panorama attuale.
Un sistema istituzionalizzato e strutturato, infatti, può più agevolmente gestire le forze centrifughe derivanti dal mutamento dei rapporti di potere e dalle divergenze delle politiche degli Stati.
A questa scomposizione del mosaico politico, economico e istituzionale cui si asssite negli ultimi decenni ha fatto riferimento qualche tempo fa il ministro degli Esteri canadese Chrystia Freeland osservando come la comunità internazionale si trovi ad affrontare il periodo più turbolento in termini di ordine internazionale basato sulle regole dall'epoca del secondo conflitto mondiale.
Canada e UE hanno sempre investito risorse in maniera significativa proprio in quelle organizzazioni internazionali o fora intergovernativi che sono ora soggetti a divisione, farmmentazione o inceppamento. Mentre gli osservatori continuano a sottolinere come l'ordine liberale internazionale edificato nel secolo scorso si sia rivelato via via sempre meno adeguato a rispondere ai processi e alle sfide della globalizzazione, si tende invece spesso a dimenticare che il successo del multilateralismo ha significato in termini economici crescita e prosperità e, in termini di sicurezza, si è manifestato nella quantità di guerre non combattute e dunque di vite risparmiate.
Sfide globali e multilateralismo
Ottawa e Bruxelles sono consapevoli della circostanza per cui le motivazioni che debbono venire in rilievo allo scopo della "ricostruzione ed aggiornamento dell'ordine internazionale" non sono solo quelli del passato, come la pacifica soluzione delle controversie o la gestione dlle problematiche del sistema economico mondiale. A questi temi "classici" si aggiugono le nuove questioni di portata mondiale che non possono che avere soluzioni concertate, condivise e comunemente implementate: cambiamento climatico, meccanismi di gestione dei flussi migratori, minaccia del terrorismo internazionale sono solo alcuni esempi di questioni che vedono nell'affievolimento del multilateralismo una grave minaccia per le moderne società.
I risultati della due giorni di Montreal confermano, come era prevedibile, la vicinanza di intenti e di valori che lega le due sponde dell'Atlantico e la direzione che si intende seguire nel futuro prossimo. In un anno elettorale per entrambi i partner, dato che dopo il rinnovo del Parlamento europeo, lo scorso maggio, saranno i canadesi a recarsi alle urne il prossimo 21 ottobre, il Presidente del Consiglio europeo Tusk ha sottolineato come Ottawa e Bruxelles condividano la stessa visione del mondo, valori e obiettivi che riassumono in sostanza il fondamento della società occidentale: democrazia, Stato di diritto, diritti umani e un ordine internazionale basato sulle regole. Il Primo Ministro Trudeau ha asserito che, nel corso delle varie generazioni, canadesi ed europei hanno unito le forze per affrontare le sfide che si sono poste. Ad oggi queste sfide sono combattere il cambiamento climatico, la creazione di lavoro per la classe media e la costruzione di un futuro migliore per entrambe le sponde dell'Atlantico.
I dossier affrontati nella due giorni in Quebèc - crescita economica, cambiamenti climatici energia e innovazione, democrazia, diritti umani e sicurezza internazionale - rimandano nella sostanza allo Strategic Partnership Agreement, l'accordo siglato nel 2016 e già ratificato da 20 Stati europei che, costituisce la piattaforma per per la crescente collaborazione sui grandi temi di comune interesse. Come sopra osservato, la preoccupazione della salvaguardia del sistema multilaterale e la difesa dei valori dell'occidente di cui, in parte loro malgrado, Unione Europea e Canada stanno diventando paladini è stato un pò il fil rouge dell'incontro nel senso che si è cercato di porre in rilievo come la dichiarazione di obsolescenza attribuita da alcuni ai valori occidentali ed insieme ad essi alla democrazia liberale è da respingersi in toto.
In effetti, prendendo in considerazione le varie tematiche affrontate e le modalità attraverso le quali le parti intendono conferire risposte alle considerevoli sfide che si pongono nel compelsso panorama mondiale, si potrebbe affermare che l'approfondimento della relazione bilaterale può avere un importante e ambizioso "effetto secondario" quello per così dire di "mainstreaming multilateralism" nel sistema di governance globale.
Dalle tematiche prese in esame durante il vertice e esemplificate dal documento ufficiale, per ogni tema affrontato in via bilaterale emerge una modalità di risposta su scala più ampia tramite la messa in moto di una dinamica di pluralismo che risponde in qualche modo anche alla problematica del riflusso di Washington dal ruolo di guida egemonica che aveva significato potere americano nel mondo, ma anche ordine, diffusione e promozione del modello culturale e politico dell'occidente tout cour.
Commercio Canada – UE: i risultati del CETA
In primis le relazioni bilaterali sono state considerate sotto l'ottica del commercio. L'UE è per il Canada il secondo partner in materia di commercio e investimenti, in tal senso è stato sottolineato l'impatto positivo del CETA, strumento di grande ausilio per la relazione economica bilaterale, che dopo un anno di applicazione provvisoria in tutte le sezioni importanti sul piano economico (diritti di dogana, contingenti tariffari e contingenti legati all'origine, impegni concernenti i serviz,i disposizioni relative al soggiorno temporaneo obblighi relativi ai mercati) ha prodotto un aumento del 10.5% del commercio tra le parti rispetto alla media del triennio precedente (2015-2017). Si tratta di un'intesa che non vuole compromettere la possibilità dei rispettivi governi di regolare l'interesse pubblico in merito a questioni quali ambiente, salute e sicurezza, protezione dei lavoratori. Ma è proprio la maggior coperazione tra le parti che permette di affrontare queste sfide con una rinnovata efficacia.
La strada verso la totale applicazione dell'accordo, ad oggi ratificato da 13 Stati dell'Unione, si è accorciata con la recente ratifica da parte dell'Assemblea Nazionale francese e con la conferma della Corte di Giustizia dell'Unione Europea sulla compatibilità del capitolo CETA sugli investimenti con il sistema dei trattati europei.
Commercio Internazionale vs Protezionismo Globale
Allargando la visone ai temi del commercio mondiale, riprendendo le fila dai precendenti non facili incontri al vertice il G7 di Charlevoix (giugno 2018) e G20 di Osaka (giugno 2019), si mantiene la linea del forte sostegno a un sistema internazionale fondato sulle regole e si inserisce la difesa dell'OMC contro le montanti tendenze al protezionismo su scala mondiale. Le sfide al sistema del commercio mondiale sono significative e ad esse è necessario dare risposte adeguate.
Al momento, una problematica è quella relativa alla risoluzione del blocco di funzionamento del sistema di risoluzione delle dispute, in particolare l'Appellative Body. Gli USA non hanno provveduto a nominare gli arbitri dunque il funzionamento è interrotto. Nell'attesa di trovare soluzioni definitive che ripristino a pieno regime questo importante ruolo, Canada e UE stanno elaborando un accordo per un sistema di arbitrato ad interim basato sulle regole esistenti, un'azione volta a sottolinerae l'invariato impegno alla ricostruzione di regole per il funzionamento del sistema commerciale internazionale e all'importanza di risolvere le problematiche con gli Stati chiave dell'organizzazione.
Tecnologia e innovazione: guidare la trasformazione tecnologica su valori condivisi e diritti umani
Per quel che concerne la collaborazione sul piano tecnologico di ricerca e innovazione, Canada e UE intendono lavorare insieme per affrontare le sfide che pongono le moderne società, promuovendo crescita e sviluppo in modo sostenibile. A tal proposito si sottonineano le iniziative congiunte sotto le varie bandiere Horizon Europe, Copernicus e i programmi canadesi. In questa linea si menziona la decisione in base alla New's Frontiers in Research per l'allocazione di 50 milioni di $ in un quinquennio allo scopo di sostenere la partecipazione canadese in team internazionali attraverso Horizon 2020 e Horizon Europe.
Inoltre si incoraggia un'accresciuta cooperazione a livello istituzionale tra Canada e UE che dovrebbe attuarsi tramite innovation clusters con inclusione del mondo degli affari e delle istutuzioni accademiche organizzazioni non-profit che generano crescita economica e una partnership che crei opportunità in particolare per le piccole e medie imprese.
La risposta ai cambiamenti tecnologici tuttavia dovrà essere in grado di mantenere alti i valori della democrazia e del rispetto dei diritti umani, cooperazione nel mondo digitale e in particolare nel settore dell'intelligenza artificiale un complesso di tecnologie che trasformerà ogni settore di attività umana. Tali avanzamenti tecnologici dovranno essere centrati sui nostri valori comuni con l'obiettivo di trovare in tal senso un approccio più ampio possibile. A questo proposito l'UE sostiene l'iniziativa volta ad istituire un panel internazionale sull'intelligenza artificiale, già annunciato da Canada e Francia nel 2018, per andare nella direzione di uno sviluppo responsabile in tal senso, che tenga conto di diritti umani e garantisca inclusione e crescita economica.
Questa attitudine, che insiste sui valori occidentali va letta anche e in particolare in un’ottica di "contenimento" verso la Cina. Pechino infatti, alla ricerca di uno status di potenza mondiale ben oltre l'aspetto economico, non è in grado di recuperare il ritardo in tutti i settori e ha investito in un approccio di recupero asimmetrico puntando cioè a quegli ambiti che restano aperti alla competizione, appunto intelligenza articifiale, big data e tecnologie della comunicazione.
Cambiamento climatico: UE e Canada verso la leadership della governance globale
Alla luce del rapporto IPCC sul riscaldamento globale, le parti sostenendo l'adozione delle regole di Katowice della COP 24, riaffermano l'impegno a sostenere l'implementazione dell'accordo di Parigi e a collaborare con i partner internazionali in vista dell'appuntamento UN Climate Action Summit che avrà luogo a settembre 2019. In questa sede gli Stati saranno chiamati a presentare realistici piani per migliorare i contributi nazionali per il 2020 allo scopo di ridurre le emissioni di gas a effetto serra del 45 % nel prossimo decennio e con lo scopo di anadare verso l'obiettivo delle emissioni zero per il 2050.
L'azione di Canada e UE dovrebbe indirizzarsi in proposito verso la leadership nel settore con la ricerca verso tecnologie innovative e il coinvolgimento di vari partners inclusi i Paesi in via di sviluppo (ad es. Africa Renewable Energy Initiative). Ciò che Ottawa e Bruxelles dovrebbero impegnarsi a fare è il mantenimento del tema delle questioni climatiche tra le priorità dell'agenda internazionale. La valenza del processo non potrà che apprezzarsi nel lungo periodo, insieme alla capacità dei singoli Paesi firmatari di mantenere la priorità della neutralità carbone per la seconda metà del secolo e la spinta esercitata dalla pressione politica da parte dei cittadini verso i governi per una maggiore consapevolezza dell'urgenza dell'azione. Tuttavia è assai positivo che il recesso americano non abbia provocato l'effetto domino che si temeva e anzi l'adesione all'eredità di Parigi mostra ancora la difesa del multilateralismo unico strumento atto a risolvere le problematiche degli spazi comuni globali.
Sul tema di global commons, la Dichiarazione congiunta dedica particolare attenzione agli aspetti del cambiamento climatico in Artico per il ruolo di baromentro del clima mondiale, ma anche per implicazioni enormi dal punto di vista economico, commerciale, ambientale di sicurezza umana. Sono necessarie politiche di coinvolgimento degli abitanti indigeni e delle comunità locali per adottare e strategie adeguate nel loro interesse e nell'interesse dell'intero pianeta. L'Artico è un tema di rilievo per un Paese in cui il Nord rappresenta il 40% del territorio e alla cui iniziativa politica e sensibilità ambientale si deve gran parte dell'azione diplomatica che ha condotto alla creazione del Consiglio Artico, il forum intregovernativo che gestisce da oltre 20 anni i dossier di questa importante regione del mondo all'insegna di una cooperazione che sembra beffarsi del clima di constrasto tra potenze e delle forti divergenze politiche che riguardano il resto del Pianeta.
É in questo quadro di sensibilità che si è inserita anche la firma della partnership sugli oceani da parte del Ministro Catherine Mc Kenna per il Canada e del Commissario al Commercio, Cecilia Malmström.
Sulla scia delle tappe già percorse in questo senso ( Charlevoix Blueprint on Healthy Oceans Seas and Resilient Coastal Communities ma anche la Ocean Plastic Charter adottata al margine del G7 di Charlevoix ), si va verso il rafforzamento della governance degli oceani, con attenzione alle comunità costiere alle questioni della sostenibilità economica (pesca ) e salvaguardia ambientale (rifiuti marini), e si pone attenzione alla biodiversità, come emerso dai risultati del summit Global Nature ospitato proprio dal Canada, che dovrà collegare le agende del cambiamento climatico e della protezione degli oceani. Per gli sforzi al livello internazionale si guarda con attenzione al post 2020 per un quadro di azione nell'ambito della Convenzione sulla diversità biologica.
La cooperazione sul tema energia è invece quella attuata nell'ambito nella cornice del EU Canada High Level Panel on Energy che fissa obiettivi condivisi sulla transizione e sicurezza energeticha. I risultati della 10a ministeriale dell'energia ribadiscono l'impegno alla transizione che possa coniugare la crescita economica e il calo di emissione di gas ad effetto serra tramite il contributo di tutti i soggetti coinvolti.
Relazioni internazionali, diritti umani e sicurezza
Il vertice Canada e UE di Montreal è stata inoltre l’occasione per ribadire l'impegno a lavorare congiuntamente nei fondamentali fora internazionali e mantenere la centralità del sistema UN e la necessità della protezione delle istituzioni internazionali, il rafforzamento delle istituzioni democratiche nei processi e nei principi nei confronti delle minacce esterne. È nessaria la collaborazione e condivisione delle best practice a livello bilaterale e a livello multilaterale tramite meccanismi come il G7 Rapid Response Mechanism (RRM), un'iniziativa per rafforzare il coordinamento tra i membri con unità di crisi per condividere informazioni e analisi e trovare una risposta se necessario, istituita proprio in occasione della presidenza canadese.
L’impegno per la protezione dei diritti umani viene ribadito promuovendo l’attenzione verso i movimenti che sostengono i diritti umani con attenzione particolare all'universo femminile per favorire uguaglianza di genere e l'affermazione delle donne nella società. Obiettivi perseguibili anche tramite l'implementazione dell'agenda Women, Peace and Security (WPS) con un'integrazione sistematica di genere e partecipazione femminile nei settori della pace e della sicurezza con un coordinamento per dare risposte alle vittime della violenza.
In merito alla sicurezza nel senso tradizionale del termine Canada e EU già cooperano in ambito di operazioni di pace e stabilizzazione con i contributi canadesi nelle missioni europee di gestione delle crisi: missioni civili in Ucraina (EUAM Ukraine), a Ramallah (EUPOL COPPS), in Mali (EUCAP Sahel Mali), in Iraq (EUAM Iraq).
Il legame sulla sicurezza e difesa è rafforzato inoltre dalla cooperazione con la NATO con un contributo coerente alle sfide del panorama internazionale dove Canada e UE condividono benefici e responsabilità promuovendo un'equa divisione dei compiti per gli Stati membri.
La cooperazione bilaterale UE Canada si materializza anche nella comune difesa dalle minacce ibride e cibernetiche quelle che sorgono dalla disinformazione tramite il lavoro svolto con i centri di eccellenza dell'UE sulle minacce ibride e la NATO Cooperative Cyber Defence .
Canada - Ue - Russia
Infine in merito alle aree di crisi una delle problematiche maggiori è certamente la questione Ucraina.
Lo scorso marzo sono state rinnovate da Canada e UE e USA le sanzioni alla Russia. Le misure restrittive, nell'ottica di Ottawa e Bruxelles, perseguono lo scopo di generare un cambiamento del comportanento di Mosca che ripristini il diritto internazionale violato: l’annessione illegale della crimea e di Sevastopol cui si è aggiunta a novembre 2018, nello stretto di Kerch, la cattura di 3 navi e 24 marinai da parte russa. Parallelamente l’obiettivo è sostenere il processo di riforme in Ucraina per la creazione di un'economia trasparente e dinamica e per la promozione di uno stato di diritto che tenga conto delle minoranze.
Se il secondo obiettivo è realisticamente perseguibile, una Conferenza sulla riforme in Ucraina si è tenuta proprio a Toronto a inizio luglio, per il ripristino dello status qui ante in Crimea non si vedono effettivamente soluzioni. La politica estera di Putin difficilmente tornerà sull'acquis e non ci sarà un'inflessione della linea del Cremlino in questo senso , anche perchè il confronto con l'Occidente è diventato strutturante oramai anche in politica interna. Dunque se gli sforzi per prevenire ulteriori nuove tensioni restano per tutti gli attori doverosamente perseguibili, un cambiamento significativo dei rapporti UE – Canada - Russia sembra poco probabile nel breve periodo.
Altri dossier “caldi”: Iran, Siria, Cina, il fenomeno migratorio
Tra altri dossier affrontati UE e Canada non potevano mancare di affrontare alcuni contesti di crisi internazionali, nell’ambito di una proposta di ripresa del dialogo e soluzione politica delle criticità.
Per la questione nucleare iraniana la posizione è di mantenimento del Piano d'Azione (JCPOA) sostenuto dal CdS (Risoluzione 2231) e alla sua implementazione completa.
Per il Venenzuela e il ripristino della democrazia, si auspicano le elezioni presidenzaili da svolgersi in linea con la costituzione e con gli standars internazionali di riferimento. In Siria si è sottolineata la priorità alla protezione dei civili e al perseguimento del lavoro dello Speciale inviato ONU Geir Pedersen per una credibile transizione politica.
Non manca il riferimento a Pechino da "attrare" nelle maglie di un efficace multialteralismo pur tra le complesse problematiche della detenzione nelle prigioni cinesi di cittadini canedesi ed europei.
Infine una questione che non può che avere soluzioni di tipo multilaterale pur con doverosi e
opportuni adattamenti ai particolari contesti regionali è quella del fenomeno mondiale della migrazione che crea opportunità e sfide per i migranti e i Paesi di accoglienza, provenienza e transito. Su questo tema cruciale delle relazioni globali sarà naturale seguire gli sviluppi delle risposte europee e di quelle canadesi, sia dalla parte dei governi che della società civile, per paragonare fenomeni e sviluppare best pratice.
Conclusioni
Europa e Canada hanno dunque convenuto sulla necessità di approfondire la relazione bilaterale e accelerare la cooperazione per far fronte alle sfide di portata globale, tra partner che condividono la stessa visione del mondo, valori simili e i medesimi obiettivi. Hanno ribadito l’impegno comune ad affrontare le questioni sollevate in una dimensione di pluralismo integrato utilizzando gli strumenti a disposizione. Mentre il mondo fondato sulle regole è costantemente sotto attacco, Canada e UE dovranno mostrare una leadership volta ad allontanare i pericoli del reflusso verso un protezionismo politico e commerciale, mettendo in luce nell'esempio bilaterale i vantaggi e i guadagni delle azioni comuni.
Il Canada ha formalmente aderito alla coalizione franco tedesca, volta a preservare l'ordine internazionale dalla distruzione e dalle minacce dai dittatori, un 'alleanza che significativamente non include l'America di Trump. L'alleanza per il multilateralismo sarà lanciata alla 74asessione dell'Assemblea Generale ONU il prossimo settembre. É un processo volto ad alimenatare la cooperazione internazionale da parte delle medie potenze. L'impresa volta a salvaguardare l'ordine liberale mondiale o almeno rallentarne l'erosione è una possibilità concreta. Cosi facendo si potrebbe dar luogo a nuove "coalitions of the willings” che, rendendo più robusta la struttura istituzionale mondiale, proteggano il sistema da una crescente instabilità e mettano al riparo dalla politica di potenza del nuovo millennio.
*Analista
Immagine di copertina: Cecilia Malmström, commissaria europea per il commercio, Donal Tusk, presidente del Consiglio europeo, Justin Trudeau, primo ministro canadese. Source: