Sociologia canadese: la centralità dell’individuo in quanto valore primario della contemporaneità. Riflessioni dalla tavola rotonda Canada, Italia, Francia.

Con il seminario Société et subjectivité. Transformations contemporaines dello scorso 18 maggio 2021 il Centro Studi Italia-Canada ha inaugurato il nuovo filone di “Studi Sociali” con una tavola rotonda tra Canada, Italia e Francia.
Il dibattito si è svolto attorno all’omonimo libro a cura di Daniel Mercure, prof. ordinario e direttore del dipartimento di sociologia, Université de Louvain-La-Neuve, e Marie-Pierre Bourdages-Sylvain, prof. di gestione delle risorse umane presso la Scuola di scienze dell'amministrazione di Teluq.
La riflessione sulle forme contemporanee di soggettività, accompagnata dall'autrice e dall'autore del testo, ha visto la partecipazione di:
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Guy Bajoit, professore emerito di sociologia, Université de Louvain-La-Neuve
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Giuliano Compagno, saggista e scrittore, Centro Studi Italia-Canada
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Marina D'Amato, professore ordinario, Università Roma Tre
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Monique Hirschhorn, professore emerito, Université Paris Descartes- Sorbonne
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Jan Spurk, professore ordinario, Université Paris Descartes- Sorbonne
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Segretario scientifico: Edmondo Grassi, Università Roma Tre
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Saluto di benvenuto: Paolo Quattrocchi, direttore del Centro Studi Italia-Canada
Riportiamo, di seguito, la relazione del seminario a cura del prof. Edmondo Grassi.
Nel panorama delle scienze sociali, la sociologia canadese ha svolto da sempre un ruolo preminente nel prevedere i mutamenti culturali e le tendenze in fieri all’interno del corpo del sociale, dimostrando capacità di osservazione e analisi, teorica ed empirica, di valori, miti e modelli di comportamento attraverso prospettive interdisciplinari e internazionali. Dagli studi sul “villaggio globale” di McLuhan, alla diffusione dell’interazionismo simbolico e delle istituzioni totalizzanti di Goffman, l’accademica canadese ha dimostrato di valicare i confini scientifici, sociali, territoriali per condurre disamine dal respiro multiculturale.
Nell’ampliamento di tale scenario, il Centro Studi Italia-Canada ha contribuito alla divulgazione del sapere sociologico attraverso il seminario Société et subjectivité. Transformations contemporaines, svoltosi online il 18 maggio 2021 dalle ore 15:00 alle ore 16:30, inaugurando la sezione di “Studi Sociali” con una tavola rotonda tra Canada, Italia e Francia. Il dibattito si è svolto attorno all’omonimo libro a cura di Daniel Mercure e Marie-Pierre Bourdages-Sylvain, alla presenza delle autrici e degli autori Guy Bajoit, Marina D’Amato e Jan Spurk con gli interventi di Monique Hirschhorn, Giuliano Compagno, di Paolo Quattrocchi e del segretario scientifico Edmondo Grassi.
Tematica centrale dello scambio collettivo è stata la riflessione sulle forme contemporanee di soggettività, in un modello globale che si trasforma costantemente e che nella sua ramificazione digitale e nell’auspicio di un’intelligenza collettiva porta in superficie una deriva verso una sempre più marcata individualizzazione. Come si diviene individui sociali nel mondo globale? Quale equilibrio è possibile tra la realtà e la sua rappresentazione? Al tempo di internet, ruoli e status quali mutamenti hanno subito? Sono alcuni dei quesiti ai quali si è cercato di donare risposta.
Nella coralità delle molteplici prospettive sociologiche adottate, Bajoit sceglie la teoria dell’azione per esporre come, nell’attuale panorama occidentale, i modelli culturali abbiano intrapreso un iter di modificazione in seno al campo dei principi di valore e in quello delle azioni del soggetto, in particolar modo nel campo dell’attivismo, del riconoscimento delle libertà di espressione del proprio corpo e della socializzazione nei contesi della famiglia e dell’istruzione; D’Amato ripercorre gli elementi cardine della sociologia dell’immaginario e la valenza che quest’ultimo ha per la definizione e costante evoluzione dell’individuo, dimostrando come le produzioni mediatiche e i differenti strumenti di comunicazione e intrattenimento siano dispositivi di edificazione del soggetto, poiché si tratta di ambienti nei quali vengono diffusi modelli di comportamento e miti collettivi; Hirschhorn conduce una riflessione sull’impatto che l’attività professionale produce sulla formazione della cittadinanza e, secondo un approccio di sociologia applicati, di quali siano gli elementi peculiari che caratterizzano i nuovi ruoli collettivi; Mercure individua nel rapporto tra le istituzioni e il soggetto sociale un nodo cardine per la comprensione delle dinamiche collettive e dei processi normativi che incidono sull’interrelazione tra attori, ponendo in dubbio il concetto di libertà di scelta; Spurk, ricorrendo alla sociologia critica, dimostra come un approccio di tipo normativo sia un modello perseguibile al fine di attuare processi di mutamento sociale privi di standardizzazioni/categorizzazioni esterne; Compagno e Grassi riflettono sugli interventi del seminario, l’uno sul rapporto poietico tra arti e individuo, ponendo nell’atto creativo un elemento centrale per lo sviluppo meditativo e critico della soggettività, l’altro sul peso che la tecnologia, nella sua immanenza storica, antropologica e filosofica riveste nel progresso delle culture e società.
Nelle conclusioni collettive, emerge la centralità dell’individuo in quanto valore primario della contemporaneità, autoproclamatosi fautore della propria storia e ideatore di prassi, strutture, istituzioni che siano sempre più finalizzate al controllo di ogni ambito della vita pubblica e privata, considerando però che l’attuale progetto di soggettivizzazione è un ripiegamento sul sé ma che, allo stesso tempo, vengono declinati mutamenti culturali indirizzati verso una sempre più ampia emancipazione dei diritti e doveri collettivi.
Edmondo Grassi insegna Sociologia dei Processi Culturali e Comunicativi e Sociologia della Salute nel Dipartimento di Scienze Umane e Promozione della Qualità della Vita dell’Università Telematica San Raffaele. Collabora con il Dipartimento di Scienze della Formazione dell’Università degli Studi Roma Tre per i progetti FAMI e il Laboratorio EduIA. Ha conseguito il PhD con una tesi su “Etica e intelligenza artificiale”. È componente del comitato editoriale della rivista Sociologie (Edizioni Altravista) e delle collane editoriali Educazione e Intelligenza Artificiale (RomaTrE-Press) e Attrazioni Sociologiche (Cleup). Si occupa di mutamenti etici prodotti dall’uso delle tecnologie, delle loro applicazioni sociali contemporanee e delle loro proiezioni immaginifiche, di comunicazione, di identità postmoderna e di pensiero della complessità.
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