SICUREZZA ALIMENTARE IN CANADA, COSA CAMBIA DAL 2019. INTERVISTA A NOEMI TROMBETTI
In occasione del convegno “Canada – Ue. Una Business Partnership in Evoluzione” tenuto il 21 novembre nella sede di Confindustria a Roma, a margine del panel dedicato al settore agroalimentare, abbiamo rivolto alcune domande a Noemi Trombetti, esperta di Food Safety & Quality (ITA - Inspection Training Auditing Corporation, ESI – Euroservizi Impresa), sul Safe Food for Canadians Regulation (SFCR), la nuova normativa di sicurezza alimentare canadese in vigore dal 15 Gennaio 2019, al centro della sua relazione al convegno.
Dottoressa Trombetti, quale sarà l’impatto della nuova normativa sui nostri operatori?
La nuova normativa canadese nasce nel 2012 con l’obiettivo di rendere il sistema alimentare ancora più sicuro, concentrandosi sulla prevenzione e consentendo una rimozione più rapida degli alimenti non sicuri dal mercato. Saranno inoltre previsti controlli preventivi che delineano le misure per affrontare i potenziali rischi per la sicurezza alimentare. Ovviamente essendo l’ultima nata è una norma che fa un ulteriore passo avanti nell’organizzazione di un assetto normativo più performante ed efficace.
In che modo il Safe Food for Canadians Regulation rende più efficace quanto già previsto in tema di sicurezza alimentare dall’ordinamento canadese?
Il Canada riunisce ora in una unica norma ben 14 differenti regolamenti: dalle norme sui regolamenti dei prodotti agricoli, alla carne, latte, uova, pesce, prodotti trasformati, etc. Si è semplificata la fonte normativa di riferimento e modernizzato la Canadian Food Inspection Agency (CFIA). In USA invece la FDA, Food and Drug Adminitration, norma una serie di categorie di alimenti e il Dipartimento dell’Agricoltura (USDA) ne regola un’altra serie (principalmente di origine animale come carne di bovino, pollo, maiale ed uova), con una continua e caotica sovrapposizione che genera confusione per gli operatori in termini di adeguamento per l’esportazione. Il Canada, da gennaio, andrà quindi in una direzione di semplificazione dell’impatto delle norme sulla sicurezza alimentare sugli operatori
Tornando proprio all’impatto sugli operatori, cosa si dovrà fare per adeguarsi alla nuova normativa?
Come dicevo, la norma ha iniziato il suo percorso nel 2012 come Safe Food for Canadians Act illustrando i nuovi obiettivi. Il SFCR chiarisce come raggiungerli. Viene istituita la rintracciabilità, come anche concepita in Europa secondo il Regolamento CE 178/2002. Viene istituita la Licenza obbligatoria per gli Importatori Canadesi e creato un nuovo approccio preventivo basato sui Controlli Preventivi o Preventive Controls, che andranno ad aggiungersi al sistema HACCP. Importatori ed esportatori dovranno dimostrare di aver implementato il Preventive Controls Plan, pena la sospensione della licenza in un caso o il blocco in dogana dall’altro.
Gli operatori italiani sono pronti?
Con il Centro Studio Italia Canada, abbiamo più volte partecipato, nel corso di questo primo anno di CETA, a diversi convegni per diffondere informazioni sul tema. Oggi (N.d.R. Seminario tenuto presso Confindustria il 21 novembre) è emerso che organizzazioni di rappresentanza di operatori di diversi settori alimentari necessitano ancora di ricevere una maggiore e più corretta informazione al riguardo. Anche per superare eventuali residui di autoreferenzialità, basati sulla convinzione (spesso corrispondente alla realtà) che i prodotti italiani siano migliori di altri nel mondo e che il nostro sistema sia il più efficace nella tutela della sicurezza alimentare. Ritengo che occasioni come quella del convegno di oggi, siano l’opportunità per prepararsi ad affrontare, senza pregiudizi ma con la corretta informazione, le nuove sfide provenienti dal mercato nordamericano, che ci vede già protagonisti storicamente, anche solo pensando alle nostre comunità di immigrati in USA e Canada. In questo senso mi sento di dire che il Centro Studi Italia Canada e il network sviluppato con ITA e ESI stiano veramente lavorando a favore delle imprese nazionali e per la loro crescita sui mercati nordamericani.