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Safe Food for Canadian Regulations: cosa cambia dal 15 luglio

Safe Food for Canadian Regulations: cosa cambia dal 15 luglio

Il Centro Studi Italia Canada torna ad occuparsi del Safe food for Canadian Regulations in occasione di una nuova scadenza che rende operative alcune disposizioni molto importanti per il settore food italiano

 

Il Safe Food for Canadian Regulations (SFCR) è la riforma della normativa sulla sicurezza alimentare che si applica all’interno del territorio canadese entrata in vigore il 15 gennaio 2019.

 

Alcuni requisiti, tuttavia, sono entrati in vigore gradualmente, a seconda del prodotto alimentare, del tipo di attività e della dimensione dell'azienda. Una timeline di cui è molto importante conoscere i dettagli.


Nel gennaio del 2019  la nuova legge sulla sicurezza alimentare canadese prendeva in considerazione e sottoponeva alle nuove regole una serie di prodotti tra i quali:

  • latticini
  • uova e prodotti a base di uova trasformati
  • prodotti a base di frutta o verdura trasformati
  • pesce
  • prodotti alimentari a base di carne e animali
  • frutta o verdura fresca
  • miele e prodotti di acero
  • alimenti non trasformati usati come grano, olio, legumi, zucchero o bevande
  • additivi alimentari e bevande alcoliche

La scadenza del 15 luglio 2020: quali prodotti sono coinvolti

Il 15 luglio 2020 sono entrati sotto la lente di ingrandimento della nuova normativa alcuni prodotti alimentari che non erano inclusi nell’elenco previsto all’atto dell’entrata in vigore.

 

Le altre categorie di prodotto che sono entrate sotto le regole del SFCR dal 15 luglio sono, tra gli altri:

  • dolciumi
  • snack
  • bevande
  • olii
  • erbe e spezie essiccate
  • noci e semi
  • caffè e tè
  • alimenti a base di cereali trasformati come prodotti da forno, cereali e pasta

Perché è importante adeguarsi alla nuova normativa canadese

Abbiamo già avuto modo di mettere in evidenza in precedenti articoli come la nuova legge sulla sicurezza alimentare canadese si applichi direttamente ed esclusivamente ai soggetti (importatori) canadesi ma produca, per riflesso, effetti anche nei confronti degli esportatori stranieri.

 

Infatti, con la nuova normativa, gli importatori canadesi sono esclusivi responsabili per l’ingresso nel Paese di prodotti alimentari compliant con la nuova normativa e dovranno quindi svolgere le necessarie valutazioni sul rispetto, da parte degli esportatori, delle norme canadesi.

 

Cosa sta a significare tutto ciò?

 

L’importatore canadese è responsabile dei prodotti che importa e quindi deve accertarsi preventivamente che le aziende dalle quali importa i prodotti alimentari siano in regola con le disposizioni previste dalla normativa canadese.

 

Vale la pena sottolineare che la normativa canadese, entrata in vigore allo scopo di allineare la normativa canadese con quelle adottate nel 2015 dagli Stati Uniti, ha regole e procedure di verifica del tutto diverse da quelle previste dalla normativa statunitense.

 

L’entrata in vigore della nuova normativa non deve trovare impreparate le autorità né l’industria alimentare italiane. In assenza di un approfondimento delle regole e di un adeguamento alle stesse, gli operatori italiani potrebbero trovarsi in grave difficoltà.

 

L'audit delle autorità canadesi del febbraio 2019
 

Si fa esplicito riferimento in questo senso a un audit effettuato dalle autorità canadesi in Italia nel corso del 

febbraio 2019.

I canadesi hanno richiesto l’adozione da parte delle aziende (che esportano carne e prodotti a base di carne verso il Canada) di una serie di accorgimenti da adottarsi entro un termine abbastanza stringente, il 31 dicembre.

 

Le aziende che non si adegueranno ai requisiti richiesti saranno cancellate dalla liste degli impianti autorizzati all’export verso il Canada.

 

Il messaggio che si vuole trasmettere alle autorità e alle aziende è quello di valutare con attenzione le disposizioni della normativa canadese che, ripetiamo, sono diverse da quelle previste dalla normativa statunitense.

 

Una corretta formazione e informazione su come implementare i requisiti del SFCR avrebbe ad effetto il non creare pregiudizio alle aziende italiane che vogliono esportare in Canada.

 

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