Ricerca Scientifica Québec – Italia: Rémi Quirion, Capo Scientifico del Québec, ospite al CNR per una ricerca scientifica integrata
“Da soli si va più veloci, insieme si va più lontano”, così la Dott.ssa Marianna Simeone, delegato del Québec in Italia, apre il convegno “Sguardi Incrociati Québec – Italia”, organizzato dalla delegazione del Québec in Italia e dal CNR per una cooperata ricerca scientifica
*Francesca Paolucci
ICT, green economy, aerospace, ricerca scientifica, sono solo alcuni dei temi sui quali la delegazione del Québec (Canada) in Italia lavora per facilitare la conoscenza e la collaborazione tra Canada ed Italia, attraverso l’organizzazione di eventi e missioni imprenditoriali.
Proprio sul tema della Ricerca Scientifica e delle possibili sinergie tra le due sponde dell’Atlantico, lo scorso 5 dicembre, la rappresentanza guidata dalla Dott.ssa Marianna Simeone (delegato del Québec in Italia) ha organizzato, in collaborazione con il Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR), il convegno “Sguardi Incrociati Québec – Italia. La Ricerca Scientifica in materia di Ambiente, Sviluppo Sostenibile e Cambiamenti Climatici”, dove ricercatori italiani e quebbechesi si sono incontrati per discutere delle prospettive della ricerca ambientale in Italia e in Québec e delle opportunità di collaborazione tra le due realtà.
Ospite d’eccezione dell’evento, organizzato presso il CNR di Roma, è stato il Prof. Rémi Quirion, Capo Scientifico del Québec, presidente dei tre fondi di ricerca quebecchesi e consigliere del Ministro dell’Economia, della Scienza e dell’Innovazione nell’ambito delle tematiche sviluppo della ricerca e scienza. Il Prof. Quirion, noto nell’ambiente scientifico soprattutto in materia di health sciences research, ha presentato il sistema di ricerca scientifico del Québec, che si sviluppa a livello sia federale che provinciale e che fa principalmente leva su una formazione universitaria specializzata, sia teorica che pratica, sull’investimento in infrastrutture dedicate e su una propensione ordinaria del Canada allo sviluppo delle proprie risorse naturali. A tal proposito, Quirion ha ricordato che il 3 % del PIL quebecchese viene dedicato a Research and Innovation in tutti i settori dell’industria e dello sviluppo strategico delle risorse, citando alcuni dei piani specifici a cui sono dedicati tali investimenti: Maritime Strategy, Life Science Strategy, Aluminum Development Strategy, Digital Strategy, Aerospace Strategy.
Basti pensare che il Québec, provincia canadese che spende in ricerca scientifica un valore pari ad un Paese dell’OECD ($1,3 mld PIL in R&S), ha programmato un piano quinquennale (2017-2022) strategico di investimenti nella ricerca scientifica, Stratégie québécoise de la recherche et de l’innovation (SQRI): $ 580 mln che saranno impiegati in misure specifiche per la realizzazione di 7 progetti di punta, per la crescita dell'esperienza del Québec in ricerca e innovazione.
Attraverso i 3 pilastri su cui si basa la visione economica del governo quebecchese, ovvero la produzione innovativa, l’esportazione e l’imprenditoria, la provincia canadese si prefigge di raggiungere obiettivi molto ambiziosi, come ad esempio, entro il 2022 posizionarsi tra i 10 leader dell’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) nella ricerca e nell’innovazione nonché, entro il 2030, diventare uno dei motori aziendali più innovativi al mondo, terreno fertile per talenti ed idee e per la creazione di soluzioni alle principali sfide della società. Per raggiungere tali obiettivi, la ricerca quebecchese necessita anche di collaborazioni bilaterali con altri Paesi, per sviluppare progetti congiunti fra ricercatori e condividere esperienze e capacità, al fine di creare una vera e propria diplomazia scientifica.
In questo campo, come in altri, le realtà italiana e quebecchese sembrano somigliarsi nella forma e nella sostanza, nel comune intento di cooperare a livello internazionale, nella speranza di realizzare un modello di crescita unico, innovativo e di lunga durata. D’altro canto, le diversità del contesto politico-culturale ad oggi, tra Italia e Québec (Canada), determinano scelte e priorità differenti ma obiettivi comuni, come la lotta ai cambiamenti climatici, la tutela dell’ambiente, il rinvigorimento di aree ricche di risorse naturali, la previsione di fenomeni naturali, tutti obiettivi possibili solo attraverso la formazione e l’impiego di risorse specializzate, la creazione di infrastrutture adeguate e di piani di sviluppo sostenibile, la crescita dell’innovazione.
Una collaborazione tra Italia e Canada nell’ambito della ricerca scientifica potrebbe assumere enfasi ancora maggiore, grazie all’implementazione delle disposizioni contenute nel CETA, il Comprehensive Economic Trade Agreement, in esecuzione provvisoria dal 21 settembre scorso, che prevede facilitazioni per gli scambi commerciali, per il capitale umano e per il trasferimento di know how, un complesso di norme a beneficio del settore R&S sia pubblico che privato.
Il Prof. Archibugi e altri rappresentanti del mondo scientifico italiano sono intervenuti, in occasione del convegno presso l'Aula Marconi del CNR, nei diversi panel previsti nel corso della giornata, evidenziando l’importanza di una attività di Ricerca Scientifica partecipata e continuativa, oggi limitata dalle difficoltà economiche italiane, mancanze strumentali, infrastrutturali e finanziarie.
Le sessioni hanno fornito importanti spunti sulle opportunità offerte alla Ricerca dal Québec, ma anche sulle modalità di attuazione di programmi innovativi di ricerca sui cambiamenti climatici, sull’ambiente, sulle biodiversità e sullo sviluppo sostenibile.
Yves Bégin, direttore scientifico dell’Istituto Nazionale della Ricerca Scientifica (INRS) in Québec, esperto di scienze ambientali nordiche ed in particolare di idrologia ed ambiente, ha presentato l’organizzazione no-profit Ouranos, che, attingendo ad una rete di circa 450 ricercatori, esperti, professionisti e responsabili delle politiche ambientali, sviluppa e coordina progetti multidisciplinari, basando la propria attività sulla cooperazione strategica e la professionalità.
L’Italia ha risposto proponendo l’esperienza del Centro Euro-Mediterraneo sui Cambiamenti Climatici, illustrata dal presidente della Fondazione, il Dott. Antonio Navarra, specializzato in ricerca geofisica e vulcanologica. Il CMCC realizza studi e modelli scientifici del nostro sistema climatico e dell’interazione con la nostra società, allo scopo di garantire risultati tempestivi per piani strategici efficaci.
La sessione sulla Ricerca su ambiente e biodiversità è stata affidata agli interventi di due eccellenti rappresentanti del mondo della scienza, il Dott. Lorenzo Ciccarese, responsabile dell’Area per la Conservazione di Specie e Habitat e per la Gestione Sostenibile dell’Agricoltura e delle Foreste presso l’istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (ISPRA) e Jérôme Dupras, Direttore del Laboratorio di economia ecologica presso l’Institut des sciences de la Forêt tempérée (ISFORT). Il panel sulla Ricerca in materia di sviluppo sostenibile è stato arricchito, infine, con le relazioni del Prof. Mohamed Cheriet, Direttore associato del Centro interdisciplinare per la ricerca e l’operatività dello sviluppo sostenibile (CIRODD) e della Prof.ssa Agime Gerbeti, specializzata in diritto ambientale e, tra le altre cose, delegata per l’Italia presso la Commissione Europea ed in seno a diverse organizzazioni internazionali.
*coordinamento e ricerca Centro Studi Italia-Canada