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Rapporto ICE: il valore italiano nella bilancia commerciale canadese

Rapporto ICE: il valore italiano nella bilancia commerciale canadese

Ad Ottawa, in occasione della riunione del “Sistema Italia” in Canada, l’ICE ha presentato un’analisi delle relazioni commerciali tra i due paesi
 

*Paolo Quattrocchi

L’Agenzia ICE, responsabile del commercio italiano all’estero, per l’occasione rappresentata dal direttore di ICE Toronto, Matteo Picariello e dal Deputy Trade Commissioner ICE Toronto, Sandra Di Carlo, ha illustrato un’analisi dei trend di mercato svolta sulla base dei principali indicatori economici ed i recenti sviluppi dovuti al CETA, oltre al valore raggiunto dal Made in Italy per gli importatori canadesi. 
La rete commerciale tra i due paesi esiste da tempo e non si registrano straordinarie sorprese se non il notevole aumento del 7.5% nei primi 11 mesi del 2017 delle forniture italiane verso il Canada, per un report annuale pari a circa $8 mld. Già nel 2016, tra i partner commerciali europei del Canada, l’Italia era l’unico paese in forte crescita (+2% rispetto al 2015) arrivando, oggi, a ricoprire l’8° posto tra i fornitori del Canada di tutto il mondo. Gli esperti determinano una ancor maggiore crescita delle esportazioni italiane in Canada con l’implementazione del CETA, stimata a circa un ulteriore miliardo di dollari.
Per quanto riguarda l’import, il 2016 ha registrato un tasso di crescita del 2,6% anche se ha confermato un valore totale di forniture canadesi all’Italia non molto alto, di circa $2,3 mld. Oggi, l’Italia è il 6° paese di destinazione tra i membri UE ed il 12° a livello mondiale dell’export canadese.
I dati forniti da ICE, ha chiarito Picariello, seguono un percorso di analisi di determinati fattori chiave, tra i quali, non vengono considerati gli indicatori dei volumi esteri delle imprese italiane. Per intenderci, i tassi di produzione delle imprese italiane che producono e vendono direttamente in Canada non vengono conteggiati per ovvi motivi, ma suggeriscono un’ulteriore profitto “italiano”.
In sostanza ICE ha manifestato un forte ottimismo nei confronti dell’implementazione del CETA, ribadendo che l’Italia, già forte dei risultati odierni, potrà solamente beneficiare delle aperture previste dall’accordo, sia in ambito commerciale sia in materia di investimenti. A tal proposito, Di Carlo, ha illustrato i trend relativi agli investimenti diretti esteri da e verso il Canada e rileva un piazzamento italiano come paese di destinazione degli investimenti canadesi non estremamente confortante, esattamente al 37° posto. Di converso, l’Italia investe in Canada dopo altri 16 paesi (17°) e maggiormente nei settori: energia, agroalimentare, automotive, ICT e manifatturiero. In favore degli investimenti e di un’agevolazione degli stessi, il CETA non pone più limiti minimi o massimi di rendimento e stabilisce regole trasparenti e stabili, oltre a consentire il trasferimento di capitali e di manodopera. Il Canada ha sempre investito all’estero molto più di quanto gli altri paesi investissero in Canada e ciò, tra le altre cose, è dovuto anche alla difficoltà di recepimento delle strutture presenti oltreoceano e dedicate agli investimenti. Il Canada presenta un sistema federale, nonché provinciale, nonché municipale e si avvale di una pluralità di soggetti, quali Investissement Québec, Invest in Ontario, ecc, che possono non rendere facile, soprattutto per le piccole imprese, individuare il canale giusto per il proprio investimento e, in relazione a ciò, ICE ribadisce il proprio impegno.

Infine, un cenno alle nuove disposizioni del CETA sul public procurement, ovvero l’apertura alle imprese europee dei bandi di gare d’appalto a tutti i livelli, federali, provinciali e municipali, di cui le aziende italiane potrebbero usufruire soprattutto in settori quali trasporti ed infrastrutture, attrezzature ed energia.

Il resoconto sui rapporti economico-commerciali tra Italia e Canada fornito da ICE, oltre a rendere nota l’importanza della produzione italiana nella bilancia commerciale canadese ed a sostenere fortemente gli interessi italiani nel CETA, definisce la struttura imprenditoriale italiana presente in Canada che, senza sorprese, rispecchia il framework rigorosamente capillare del tessuto produttivo italiano, composto perlopiù da PMI con solamente alcuni grandi gruppi, il tutto sostenuto dalle istituzioni e dagli enti preposti italiani presenti sul territorio canadese.

 

*Partner Nctm Studio Legale
Vice-presidente Camera di Commercio Italiana in Canada-Ovest
Direttore Centro Studi Italia-Canada