Oil & Gas | I progetti di Bonatti in Canada: intervista a Giulio Galleri, CEO Bonatti Canada
Dal 2014 Bonatti, fra i leader mondiali nella costruzione di grandi condotte, opera in Canada supportando la crescita infrastrutturale del Paese con tecnologie e metodologie avanzate.
Il Centro Studi Italia-Canada ha intervistato il Canada Country Manager, Giulio Galleri, per conoscere più da vicino la visione "people made", i progetti del gruppo in Canada e le sinergie con i player locali.
Cosa fa Bonatti in Canada e come siete strutturati nel Paese?
Bonatti si è ufficialmente stabilita in Canada nel 2014 con l’obiettivo di partecipare alla costruzione delle grandi condotte in fase di sviluppo nel Paese e valutare la possibilità di contribuire alla crescita infrastrutturale del Canada attraverso le altre linee di business che Bonatti offre.
Siamo quindi presenti in Canada con due società di diritto canadese, entrambe interamente partecipate da Bonatti S.p.A., ma con tipologie operative diverse: Bonatti Canada Construction è infatti una società non affiliata ad alcun sindacato, mentre Pacific Atlantic Pipeline Construction è firmataria di un accordo di affiliazione con le Building Trades della Pipe Line Contractors Association of Canada.
La ragione dietro questo “doppio regime” sindacale affonda le radici proprio in una delle caratteristiche fondamentali di Bonatti, che è la flessibilità. Nel caso specifico, la scelta di operare su due diversi fronti è stata dettata dalle diverse complessità presenti nei nostri progetti ma è stata anche pensata con l’obiettivo di mantenere una certa flessibilità di approccio verso il mercato del lavoro canadese.
Pur essendo quindi un EPC contractor a tutto tondo nel resto del mondo, il modello di business di Bonatti in Canada è al momento prevalentemente quello della costruzione, a modularità variabile (a seconda appunto delle esigenze dettate da mercato e clienti). Oltretutto, questa struttura operativa si è rivelata compatibile ed anzi estremamente interessante per alcune grandi società nord americane con cui abbiamo stabilito alleanze importanti.
Potresti parlare meglio di queste alleanze?
Fin dal suo ingresso in Canada, Bonatti ha lavorato intensamente per stabilire un forte legame con questo Paese e con le tante forze coinvolte sui progetti.
Il Canada è un Paese multiculturale, ma che ha anche una sua forte identità, e l’industria in genere è fortemente regolamentata, per cui muoversi in solitaria in questo contesto è impensabile.
D’altro canto, un’altra caratteristica fondante di Bonatti consiste proprio nella sua adattabilità ai contesti in cui lavora e alla sua capacità di integrarsi con culture e persone diverse (non a caso uno dei nostri slogan è “people-made”).
In quest’ottica, Bonatti, seppure fra i leader mondiali nella costruzione di grandi condotte, è fin dall’inizio andata alla ricerca di sinergie con player nord-americani, questo al fine di esplorare iniziative difficilmente accessibili per chi non è (o non era ancora) ben radicato in questa parte del mondo ma anche per sfruttare eventuali complementarietà operative. In quest’ambito sono nate diverse collaborazioni e alleanze, alcune delle quali si sono poi effettivamente tradotte in progetti concreti.
Fra il 2019 e la fine del 2020, Bonatti e Stantec, grande società di ingegneria canadese e presente in tutto il mondo, hanno condotto la direzione lavori (il cosiddetto PMC) di un progetto di interesse nazionale in Canada, che – proprio con il contributo del PMC – è ora in fase di costruzione avanzata.
Le capacità ingegneristiche e gestionali di una grande società come Stantec e l’esperienza di Bonatti nella costruzione di condotte complesse – ai limiti dell’impossibile, viene da dire – hanno costituito un incoraggiante esempio di integrazione multiculturale (nel senso di cultura aziendale) e professionale, nonché’ ovviamente fattori chiave per il successo e il prestigio di quest’iniziativa portata avanti congiuntamente.
Fra il 2020 e oggi, abbiamo poi sviluppato una vera e propria alleanza strategica con Kiewit, azienda di costruzione americana presente peraltro nella classifica americana di Forbes 500.
Kiewit e Bonatti hanno esplorato diverse iniziative commerciali, questa volta anche al di fuori dell’ambito delle condotte e alcune delle quali sono ancora in corso di sviluppo, per poi stabilire una general partnership per la costruzione di un lotto, quello più difficile, del più importante oleodotto canadese (e probabilmente nord-americano tout court, almeno in questo momento).
Un’altra bella sfida...
Ecco, su quali progetti siete attualmente impegnati in Canada?
Bonatti è attualmente impegnata nella costruzione di porzioni significative dei due grandi progetti di interesse nazionale, Coastal GasLink e TransMountain, per un portafoglio ordini superiore al miliardo di dollari.
Il gasdotto Coastal GasLink si inserisce nell’ambito del mega progetto di costruzione di un impianto di liquefazione gas nei pressi della città di Kitimat (British Columbia) voluto da LNG Canada, consorzio guidato da Shell.
Il progetto prevede la costruzione di un gasdotto di 48 pollici lungo 670 km, operato da TC Energy, che trasporterà gas naturale dal nord-est della British Columbia verso, per l’appunto, l’impianto di liquefazione.
tracciato della CGL
Bonatti, attraverso la sua controllata Pacific Atlantic Pipeline Construction si è inizialmente aggiudicata un contratto per la costruzione e il collaudo dei lotti 6 e 7, che coprono una distanza di 165 km, per poi ricevere l’aggiudicazione dei lavori relativi al lotto 5, solo questo lungo 82 km.
Bonatti sta quindi costruendo oltre un terzo dell’intero progetto (247 km) attraverso l’utilizzo di una filiera industriale che integra imprese canadesi e italiane (o comunque internazionali) e l’impiego in prospettiva di ben oltre un migliaio di persone fra internazionali specializzati e una stragrande maggioranza canadese (ricordiamo che la priorità verrà data alle popolazioni indigene o comunque autoctone).
Non c’è dubbio che l’esperienza di Bonatti, la sua flotta mezzi (con – tra l’altro – i sideboom “Safe-T-Rex” in grado di sollevare e posare 130 tonnellate) e la sua tecnologia di saldatura automatica siano stati fattori determinanti nell’aggiudicazione di questi lavori, che sono in fase di ripartenza post-COVID proprio in questi giorni.
L’altro grande progetto canadese è quello per l’espansione dell’oleodotto Trans Mountain, gestito dalla Trans Mountain Corporation, controllata della Canada Development Investment Corporation.
Si tratta di un sistema di oleodotti che trasporta prodotti petroliferi tra le province dell'Alberta e della British Columbia e nello Stato di Washington. Il sistema parte dal terminale della Trans Mountain a Edmonton, nell'Alberta, e arriva fino al terminale di stoccaggio in serbatoi che si trova a Burnaby, British Columbia. Il trasporto del prodotto continua poi sia a livello locale, per il consumo nazionale, sia verso il Westridge Marine Terminal per l'esportazione in altri Paesi. La nuova condotta che fa parte del progetto affiancherà i 1.150 km di oleodotto già esistente.
Tracciato TMEP
Come accennavo in precedenza, Bonatti affronterà questo lavoro – peraltro appena aggiudicato – in partnership con Kiewit. Questo nuovo lavoro è estremamente sfidante – come pochi, viene da dire.
Si parla infatti di circa 84 Km di oleodotto di 36 polici in un’area del Canada estremamente difficile da un punto di vista dei tipi di terreno. Il progetto, che parte da Coquihalla Summit e arriva nei pressi di Popkum (British Columbia), passerà infatti per montagne scoscese e pendenze estreme e richiederà l’impiego di tecniche e modalità di costruzione speciali. La sola quota Bonatti del lavoro richiederà l’utilizzo di una flotta mezzi dedicata e impiegherà diverse centinaia di persone, anche qua con predilezione per persone indigene o comunque autoctone.
Bonatti on Coastal Gas Link
Possiamo sicuramente dire che la Bonatti è un riferimento in Canada nel settore della costruzione delle condotte e possibilmente dell’impiantistica oil & gas. Ma soffermiamoci per un attimo sulla componente umana, quel “people made” di cui parlavi poco fa.
Il Canada è diverso da molti paesi “di frontiera” dove aziende come la nostra operano da decenni.
Il Canada è un sistema molto regolamentato e davvero multiculturale, che richiede pertanto la conoscenza e la gestione allo stesso tempo di una moltitudine di problematiche, sensibilità e aspetti culturali diversi.
Di fatto è ancora un ambiente nuovo, che continuiamo a scoprire anche a distanza di anni dal nostro stabilimento a Calgary. L’integrazione tra il personale espatriato e il personale canadese è sicuramente una delle sfide più interessanti e sarà la chiave per il successo di Bonatti nel Paese.
Il punto fondamentale sarà per noi quello di riuscire a coniugare gli elementi tipici delle culture in gioco: se infatti gli italiani (e comunque i nostri internazionali) trovano nella flessibilità una delle loro caratteristiche vincenti, viceversa i canadesi hanno uno dei loro principali punti di forza nei sistemi strutturati.
Io credo che questi aspetti possano essere conciliati e che ci stiamo muovendo bene, facendo leva sulla leadership dei nostri tecnici “storici” e più qualificati ma anche facendo affidamento su colleghi canadesi, più “recenti” per quanto riguarda la storia di Bonatti, ma sicuramente di grande valore.
Il lavoro è chiaramente “both ways” e non mancano momenti di difficoltà, ma l’azienda ha dimostrato la sua capacità di seguire e talvolta anticipare le curve di apprendimento in altri contesti, per cui credo davvero che la sfida sia a portata di mano, per quanto non facile.
Bonatti ha anche vinto il Premio Italia – Canada 2021, assegnato nell’ambito degli ICCO Air Canada Business Excellence Award.
Vero, e la motivazione è stata proprio relativa al nostro sforzo nel ridurre le distanze fra le due culture, che cerchiamo di avvicinare ogni giorno di più, sperando di riuscire ancora maggiormente nell’impresa. D’altronde, l’intelligenza e la duttilità italiane sono fattori di successo.
A proposito di duttilità italiana, c’è qualcosa di diverso rispetto al vostro “core business” a cui state guardando? In apertura hai accennato alle altre linee di business di Bonatti.
Vero. Abbiamo un’attività di business development ormai ben strutturata.
L’impressione che ci siamo fatti è che questo sia un Paese con una dinamica di business peculiare: può apparire a tratti “addormentato” per poi repentinamente risvegliarsi. Non ha avuto un momento storico “puntuale” di sviluppo delle infrastrutture, ma procede a ondate: una l’abbiamo intercettata e altre speriamo arrivino presto.
Le opportunità sono in particolare sul gas, perché quello canadese è il meno costoso di tutto il Nord America.
Tutto questo implica che, per far fronte alle fluttuazioni di questo mercato, occorre diversificare l’offerta e mantenere stabilità durante quelle ondate di cui parlavo.
Per quanto riguarda l’oil & gas in generale, è risaputo che upstream e downstream si alternano ciclicamente. Così, per quanto riguarda il business di Bonatti, quando l’attuale onda delle grandi condotte in Canada sarà giunta a compimento, sarà il momento di potenziare le strutture esistenti e operarle.
Ecco, Bonatti offre servizi di operazione e manutenzione di strutture esistenti, costruzione di varie tipologie d’impianto, servizi di pompe multifase etc., mentre il Canada, a sua volta, offre spazio (o meglio, mercato) per tutti questi servizi. Riuscire a intercettare questi flussi quando la fase di costruzione delle grandi condotte sarà in ribasso sarà la condizione necessaria per mantenere stabilità e quindi presenza durante le fluttuazioni di questo mercato.
Quindi qual è lo spazio per le aziende italiane in questo tipo di mercato?
Credo che quanto Bonatti, ma anche altri, stanno facendo in questo periodo confermi l’opportunità concreta per aziende italiane di operare e mantenersi in Canada, che poi per quanto riguarda il nostro business è in questo momento soprattutto la parte ovest, province cioè come Alberta e British Columbia.
Ci sono chiaramente dei fattori esogeni che dettano le dinamiche di questo business.
- Il prezzo del petrolio o la richiesta di gas che i paesi asiatici avranno nei prossimi anni; esistono svariate e davvero competenti analisi in merito.
- Il costo del personale, che è davvero una peculiarità del Canada, visto gli standard piuttosto alti. Se in questo Paese il costo del personale, della costruzione delle condotte e di tutta l’impiantistica associata riuscirà a mantenersi a un livello competitivo, allora il Canada diventerà un major player mondiale, quantomeno per quanto riguarda il gas.
Le opportunità di sviluppo di progetti di liquefazione del gas (o LNG) si stanno aprendo su entrambe le coste del Paese, sia est che ovest. Se verranno decisi investimenti in questo senso, dovremo essere pronti a cogliere le occasioni di entrare su questi progetti.
Per quanto riguarda poi il Canada più in generale, come “business place”, penso che la necessità di sviluppo delle infrastrutture crescerà stabilmente nei prossimi anni per cui credo che lo spazio per l’esperienza di costruzione italiana ci sia.
Lo crediamo anche noi. In chiusura, avete pensato anche alle rinnovabili?
Certamente. La Bonatti si sta già muovendo in tal senso e personalmente credo che il Canada (tutto il Nord America a dire il vero) possa essere un mercato molto interessante in questo ambito.
L’ampiezza e la stabilità di quest’area geografica unite alle varietà ambientali e climatiche potrebbero davvero permettere una significativa diversificazione della produzione energetica e quindi domanda utile per la creazione degli impianti necessari.
Il Canada ha spazio per lo sfruttamento di molteplici fonti rinnovabili, dalla forza delle onde marine al solare (e sì, ogni tanto c’è anche il sole in Canada!), passando per le biomasse, per cui credo ci sia più che un semplice potenziale.
Sulla base di queste considerazioni, Bonatti Canada sta esplorando alleanze strategiche con alcune aziende che operano nel green nella speranza di poter contribuire anche su questo versante.
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