Non è mai troppo tardi

di Paolo Quattrocchi
Direttore del Centro Studi Italia-Canada
Il recente incontro tra la Presidente Meloni e il Primo Ministro Carney a margine del G7 di Kananaskis e il successivo summit UE-Canada del 23 giugno scorso in fondo non hanno fatto altro che confermare, con rinnovata e forse, speriamo, più convinta enfasi, quello che l’UE e il Canada già avevano concordato nel 2017 con la sottoscrizione dello Strategic Partnership Agreement e del successivo Comprehnsive Economic and Trade Agreement (CETA).
A questo punto il tema in realtà non è nelle affermazioni di principio, che erano state già cristallizzate in quegli accordi, attivi da quasi dieci anni, ma nell’effettiva intenzione delle parti di dare concreta attuazione a quelle dichiarazioni di principi. Tutto quanto previsto nell’Accordo di Partenraiato Strategico infatti trova origine nella condivisione di principi e valori comuni a UE e Canada già da prima del 2017 e che in quell’anno finalmente trovarono una loro veste formale.
Dal 2017 ad oggi, malgrado gli evidenti e indiscussi successi del CETA (si è constato un aumento degli scambi di oltre il 70%), Nazioni importanti come Francia e Italia ancora non hanno ratificato con ciò impedendo che lo stesso CETA potesse diventare, come sarebbe logico che fosse, lo strumento per eccellenza sul quale regolare i rapporti economici tra le due Entità. Si pensi ad esempio alle terre rare e all’IA che non sono parte del CETA e che non ne potranno essere parte almeno fino a quando tutti gli Stati europei non avranno provveduto alla sua ratifica. Singolare che siano, tra gli altri, Francia e Italia ad essere ancora nel novero dei Paesi che non hanno ratificato il CETA: il tutto per previlegiare la protezione di particolarismi locali a causa dei quali si è persa di vista la portata strategica che quegli accordi avevano.
Da parte nostra nessuno è esente da responsabilità, posto che il movimento NO CETA ha sempre avuto, fin dall’inizio, una singolare adesione hinc et inde che è quasi impossibile constatare negli affari interni del nostro Paese. Nessuno può prevedere se e quando questi particolarismi verranno superati ma la Presidente della Commissione Europea, all’esito del Summit, sembra aver compreso tale difficoltà e, oltre ad aver ribadito con forza i valori dell’amicizia Canada-UE e degli stretti legami economici e commerciali basati sul CETA “our shared success story”, ha impresso una notevole accelerazione all’implementazione dei rapporti tra UE e Canada. Fermo restando che la ratifica del CETA rimane l’obiettivo da raggiungere, evidentemente consapevole dell’incertezza e dei tempi lunghi che potrebbe comportare, ha annunciato una serie di importanti iniziative:
- L’UE Canada Industrial policy dialogue, un Forum che consentirà ai business leaders, autorità ministeriali nazionali ed europee di incontrarsi per individuare le modalità per rafforzare la supply chain in settori critici quali le energie pulite;
- Horizon Europe, il potente sistema di sostegno all’innovazione sul quale Canada e UE stanno già collaborando e nell’ambito del quale le eccellenze tecniche delle due parti potranno trovare importanti occasioni di collaborazione;
- L’Accordo commerciale specifico sul Digitale che servirà, appunto, a superare l’ostacolo costituito dalla impossibilità di implementare il CETA con quelle tematiche non ancora rilevanti all’atto dell’originaria negoziazione;
- L’approfondimento di attività di ricerca congiunta su tecnologie strategiche quali i Quantum
- L’approfondimento della collaborazione in materia di IA, in particolare con riferimento al mutuo riconoscimento delle certificazioni per prodotti di IA e Cyber security;
- La costituzione entro la fine del 2025 del UE Canada Digital Partnership Council.
Da ultimo la Presidente della Commissione ha fatto riferimento all’industria della difesa come ulteriore area di collaborazione.
Le intenzioni continuano a rimanere buone, le affermazioni altrettanto positive; lo scenario internazionale, a parte le evidenti criticità, conferma la necessità di stretti rapporti tra Ue e Canada. Speriamo che, come per il CETA, i fatti superino le parole.
Forse è vero: non è mai troppo tardi.