Mobilità dei lavoratori: CETA nel segno dell'innovazione
L’accordo Canada - Ue non ha solo eliminato le barriere doganali. Agevola la mobilità dei lavoratori, crea le condizioni per il riconoscimento delle qualifiche professionali e garantisce la tutela dei lavoratori tra le parti. Un’ulteriore prova del carattere innovativo di questo Trattato, che consolida il rapporto tra Europa e Canada attorno ai valori europei del rispetto dei diritti e del multilateralismo.
LAURA BORZI
La discussione sul CETA, l'accordo tra Canada e UE, concepito con lo scopo precipuo della promozione del flusso di beni, servizi e investimenti a beneficio delle parti, si è concentrata principalmente sui noti aspetti della riduzione delle tariffe doganali e delle altre barriere commerciali, del sostegno alle rigorose norme europee in settori come la sicurezza igenico-sanitaria dei prodotti alimentari, dell'ambiente, del rispetto della democrazia.
Ci si è soffermati meno, invece, sull' importante aspetto concernente la mobilità del lavoro, in realtà questione assai rilevante: l'accordo, che vuole essere innovativo anche sotto questo profilo, agisce sui meccanismi che facilitano l'entrata dei lavoratori nei territori degli stati parte e il soggiorno delle persone per motivi professionali tramite il riconoscimento delle rispettive qualifiche, il che si traduce in una migliorata possibilità di espandere le attività economiche oltre i propri confini.
Si eliminano ulteriori barriere allo spostamento dei lavoratori tra le due sponde dell'Atlantico, mettendo in evidenza come i cambiamenti messi in atto nel mercato del lavoro favoriranno il commercio sia nell'immediato con l'entrata in vigore del trattato, avvenuta in via provvisoria, come noto, nel settembre 2017, che nel corso del tempo con la promozione di commercio e valori comuni.
ll Canada è un grande mercato per le esportazioni europee e un paese ricco di risorse naturali di cui l'Europa ha bisogno. L’accordo CETA, il primo trattato di ampia portata con un paese occidentale altamente industrializzato, facilita ulteriormente l’accesso al mercato canadese per gli operatori UE, poiché l'allentamento o l'eliminazione dei ritardi e costi amministrativi precedentemente imposti fa si che i lavoratori possono più facilmente entrare nei rispettivi mercati sia per un soggiorno temporaneo che per un lasso di tempo più lungo e questo si ottiene, come vedremo, tramite l'introduzione di nuove categorie di viaggiatori per motivi professionali.
L'accordo, tramite un coordinamento reciproco favorisce i lavoratori con una normativa flessibile e affidabile che presiede allo sviluppo di nuove modalità di circolazione indicando tempi di soggiorno, anni di esperienza, training e condizioni differenti in base ai vari statuti.
CAPITOLO 10 DEL CETA: LA MOBILITÀ DEI LAVORATORI
Per i nostri scopi qui rileva il capitolo 10 dell'Accordo nel quale si fornisce certezza giuridica ai lavoratori qualificati che si trasferiscono temporaneamente nell'UE o in Canada per svolgere un'attività imprenditoriale, si precisano i tipi di professionisti interessati e i settori in cui possono operare, la durata massima del soggiorno, la parità di trattamento per gli operatori nei rispettivi territori. La mobilità dei lavoratori, che possono beneficiare dell’accordo CETA, è facilitata in primis dalla rimozione dei requisiti richiesti dal Labour Market Impact Assessment (LMIA). Si tratta di un documento che il datore di lavoro canadese potrebbe dover ottenere prima di assumere un lavoratore straniero, nel quale si specifica non solo che ciò è possibile, ma anche che nessun canadese si rende disponibile per quella posizione. Ora nuovi codici di esenzione dal LMIA sono stati costituiti per raccogliere i dati relativi ai lavoratori provenienti dagli Stati membri dell'Unione.
In alcuni casi, la richiesta dei cittadini europei può essere valutata al momento dell'entrata oppure, nel caso si presentino le condizioni indicate nella sezione 199 del “Regolamento sull'immigrazione e sulla protezione dei rifugiati[1]” anche in Canada o a partire da una rappresentanza canadese all'estero. Le misure del CETA sulla mobilità dei lavoratori non riguardano infatti le misure concernenti residenza o cittadinanza a titolo permanente. Inoltre, le norme non pregiudicano l'applicazione di misure necessarie a tutelare l'integrità dei confini, a meno che non siano applicate in modo tale da annullare i vantaggi derivanti dal CETA. Sono istituiti punti di contatto al fine di agevolare lo scambio di informazioni, la gestione delle pratiche, l'elaborazione di criteri comuni e misure per agevolare ulteriormente l'ingresso temporaneo di persone fisiche per motivi professionali e la formulazione di raccomandazioni al Comitato misto.
Detto ciò, l'accordo prende in considerazione tre categorie di lavoratori:
- personale chiave, ovvero i visitatori per motivi di affari a fini di investimento, gli investitori o coloro che fanno parte di un trasferimento temporaneo all'interno di una società;
- prestatori di servizi contrattuali e i professionisti indipendenti;
- visitatori in trasferimento di affari di breve durata.
Personale chiave
In merito al Personale chiave per il quale non ci sono barriere numeriche, tantomeno la verifica della necessità economica, la durata massima del soggiorno è:
- 3 anni per il personale trasferito all'interno di una società specializzato e di alto livello;
- 1 anno per laureati in tirocinio;
- 1 anno per gli investitori, anche se con possibili proroghe;
- 90 giorni per i visitatori per motivi professionali e a fini di investimento.
Tutti i visitatori per motivi d'affari considerati dal CETA possono fare domanda per essere ammessi in Canada per un certo numero di visite regolari in relazione a precisi progetti distribuiti nel corso di più settimane o mesi. L'annesso 10 D enumera le attività per le quali un visitatore per motivi professionali può recarsi in Canada: riunioni e consultazioni, conferenze con associati, ricerca e progettazione, ricerche di mercato, seminari di formazione, fiere ed esposizioni, vendite, acquisti, servizio post vendita e post locazione, transazioni commerciali, personale nel settore del turismo, traduzione e interpreti.
Prestatori di servizi contrattuali e professionisti indipendenti
Per quello che concerne i prestatori di servizi contrattuali e i professionisti indipendenti, ingresso e soggiorno temporanei sono autorizzati subordinatamente ad alcune condizioni:
- la circostanza che le persone fisiche che prestano servizio siano dipendenti di un'impresa che ha ottenuto un contratto non superiore a 12 mesi;
- debbono avere lavorato con l'impresa per almeno un anno prima di presentare domanda di ingresso in Canada e debbono avere cumulato almeno 3 anni di esperienza professionale nel settore di cui sopra.
Ingresso e soggiorno sono relativi solo a servizio oggetto del contratto con pieno rispetto delle disposizioni legislative del territorio della parte in cui si opera. Inoltre, in base all'allegato 10 E le persone fisiche debbono prestare un servizio su base temporanea in qualità di lavoratori autonomi stabiliti nel territorio dell'altra parte con un contratto di servizi che non superi i 12 mesi e debbono avere 6 anni di esperienza professionale nel settore di attività oggetto del contratto.
La durata del soggiorno è un periodo di 12 mesi nell'arco di 24 mesi con eventuali proroghe.
Visitatori di breve durata per motivi professionali
In conformità dell'allegato 10B, l'ingresso e soggiorno di questi visitatori è limitata a 90 giorni nell'arco di 6 mesi. Le loro attività sono soggette ad alcuni limiti:
- non devono essere impegnati in attività di vendita di beni o prestazioni di servizi al pubblico;
- non devono ricevere remunerazioni nel territorio in cui soggiornano temporalmente;
- non devono essere impegnati nella prestazione di servizi nel quadro di un contratto concluso tra un'impresa priva di presenza commerciale nel territorio e un consumatore di tale territorio.
Il Capitolo 10 del CETA rende, quindi, più agile per i cittadini europei lavorare in Canada e viceversa.
IL CAPITOLO 11 DEL CETA: IL RICONOSCIMENTO DELLE QUALIFICHE PROFESSIONALI
All'apertura di questa strada di nuove opportunità contribuisce anche il successivo capitolo 11. La ratio del capitolo parte dalla constatazione che alcune categorie, come architetti, ingegneri, commercialisti, non possono praticare le loro attività in Canada, perché le loro qualifiche non sono riconosciute. Lo stesso vale per i cittadini canadesi nell'UE. L'accordo risponde anche a questa problematica, delineando un quadro per la negoziazione di intese sul reciproco riconoscimento delle qualifiche professionali (MRAs-mutual recognition of professional qualifications), che poi verranno applicate nel territorio degli Stati membri. Tale stesura è in capo al Comitato congiunto sul riconoscimento delle rispettive qualifiche professionali (MRA Commitee) che è composto da rappresentati del governo e deve riunirsi entro un anno dall'entrata in vigore del CETA.
Il Comitato favorisce l'elaborazione di raccomandazioni congiunte da parte degli organismi professionali sui possibili accordi, inclusa la valutazione del potenziale impatto, considerando il livello di apertura del mercato, la necessità dell'industria e le opportunità di affari (come il numero di beneficiari), oltre che i guadagni attesi ovvero gli sviluppi economici. Il capitolo 11 trae ispirazione per quello che concerne le intese MRA dall'accordo Québec - Francia del 2008: le linee guida del processo negoziale si focalizzano sul riconoscimento delle qualifiche professionali dei gruppi più che degli individui. Lo scorso mese si è tenuto a Bruxelles un primo incontro del Comitato con le categorie degli architetti. Nel complesso dunque rispetto ai precedenti accordi commerciali, il regime riguardante la mobilità del lavoro è molto più definito.
Infine, non va dimenticato che gli elevati standard di rispetto dei principi fondamentali di tutela dei lavoratori sono implementati per impegno reciproco delle parti. Ciò assicura che i lavoratori in trasferta gioveranno delle leggi del paese ospitante.
Parlando del CETA o dell'Accordo di Partenariato Strategico UE - Canada, si è soliti sottolineare come, nell'incertezza del contesto geopolitico attuale, gli stati che condividono gli stessi valori ritengono particolarmente utile coalizzarsi tramite intese politiche, ma anche, tramite trattati commerciali, per contrastare le tendenze protezionistiche in atto e tentare di salvaguardare il multilateralismo commerciale messo a repentaglio dalle decisioni dell'amministrazione Trump.
Il Canada ha bisogno di diversificare e seguire la strada della crescita economica “oltre gli USA” e Ottawa mostra di rimanere attaccata alle radici dei valori europei. L'Europa ha un interesse strategico nell'ambito del commercio internazionale, giocare un ruolo importante con un'azione che possa riconfigurare i legami economici in base alle proprie regole. Nel commercio Europa e Canada possono esprimere grandi potenzialità. Pare che entrambe le parti siano intenzionate a portare avanti la convinzione che il commercio sia “affare positivo” creando in un certo senso un circolo di paesi amici che vogliano salvaguardare il multilateralismo commerciale.