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Italia-Canada, un binomio che funziona

Italia-Canada, un binomio che funziona
Fonte: Presidenza del Consiglio dei Ministri

Cooperazione internazionale, valori comuni, scambi commerciali e culturali: il 2017 viaggia sui binari dell’intesa Italia-Canada

 

*Francesca Paolucci

Una consistente presenza italiana in Canada, arrivata a contare circa 1 milione e mezzo di connazionali; rapporti commerciali dinamici e che si salderanno ancor più grazie all’accordo commerciale Ceta; partner in molte istituzioni multilaterali come le Nazioni Unite, il G7 e la NATO, nonché Paesi uniti da antichi legami e vicini per cultura e valori. Sono solo alcuni dei fattori che hanno portato nel 2017 ad una più profonda sintonia nei rapporti tra Italia e Canada.

La collettività italiana in Canada è ormai una realtà forte e dinamica, che da una sponda all’altra dell’Oceano tiene vivo il filo conduttore che da generazioni lega i due Paesi, eppure attratti dagli indicatori economici sempre più positivi del paese nord americano, dalla spinta innovativa della sua economia, dalle molte similitudini nella mappa socio-economica con il nostro tessuto di PMI localizzate e dal fascino del premier Justin Trudeau, anche gli osservatori italiani in patria guardano al Canada come un paese modello.

Italia e Canada condividono gli stessi principi sulle odierne questioni globali di rilievo e lo hanno dimostrato anche in occasione del G7 di Taormina - di cui l’Italia detiene la presidenza 2017 – su temi quali la migrazione, i cambiamenti climatici e la sicurezza. Una vicinanza economica e politica che va guardata in ottica internazionale, in previsione dell’accordo commerciale tra Canada ed Unione Europea (CETA) e del passaggio del testimone per la presidenza del G7, assegnata al Canada per il 2018.

Il 2017 ha segnato, perciò, un intenso scambio di visite istituzionali delle più alte cariche dello Stato, come anche di ministri e delegazioni imprenditoriali, allo scopo di saldare i rapporti pre-esistenti ma anche rafforzarne lo spirito, alla luce della nuova congiuntura geopolitica post-Trump.

Paolo Gentiloni ha visitato il Canada lo scorso aprile per la prima volta nella veste di primo ministro ed ha incontrato il premier canadese Justin Trudeau ad Ottawa, con il quale, durante la conferenza stampa di rito, ha ricordato la comunanza di idee, di valori e di intenti che lega i due paesi.

Le questioni di maggior interesse globale, tra cui il fenomeno migratorio, i cambiamenti climatici e la sicurezza internazionale, sono i topic che hanno segnato anche i viaggi istituzionali del premier canadese in Italia - in corrispondenza del G7 di Taormina - e del Presidente della Repubblica italiana Sergio Mattarella in Canada  – per la consegna ufficiale della presidenza G7 - rafforzando la vicinanza tra i due Paesi.

Lo scenario politico internazionale dell’Italia, con la Germania predominante in Europa, la Brexit a minacciare le intese, la corsa alle armi tra USA e Nord Corea ed il terrorismo dilagante, ha bisogno più che mai di partner e nuovi legami, che parlino la stessa lingua in ambito di cooperazione internazionale, che tutelino gli interessi economici e commerciali non attraverso supremazia e austerità, ma grazie ad innovazione e integrazione, principi che solo in pochi, tra i sostenitori della globalizzazione, hanno contribuito a migliorare.

Le relazioni tra Italia e Canada allora, saldate politicamente da una storia di vicinanza ma anche cucite su un tessuto economico, sociale e culturale comune, sembrano essere il binario nella giusta direzione per costruire coesione e progresso, incoraggiano gli investimenti da una parte e dall’altra dell’Oceano e stringono accordi di partenariato sia commerciale che accademico. L’intento è quello di sviluppare un’intesa a tutto tondo, che abbia risvolti positivi in ambito internazionale come nelle economie nazionali.

In vista della ratifica da parte degli Stati membri dell’UE dell’accordo di libero scambio con il Canada (CETA), il trattato progressivo che darà luogo ad una consistente crescita economica e che avrà ricadute positive da ambo le parti, agevolando i flussi di merci e di investimenti, creando opportunità di lavoro e di sviluppo, il nostro Paese può quindi giocare un ruolo fondamentale, come ponte diplomatico e garante di interessi nel rapporto Canada-Europa.

 

*Coordinamento e ricerca Centro Studi Italia-Canada