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Italia - Canada, rivoluzione open data

Italia - Canada, rivoluzione open data

I dati e i contenuti open possono essere liberamente utilizzati, modificati e condivisi da chiunque per qualsiasi scopo. A differenza dei dati utilizzati da enti privati e imprese, gli open data sono un’informazione disponibile per incrementare il benessere della comunità. Analizziamo come vengono utilizzati in quest'ottica da Italia e Canada.

di Federico Scognamiglio,
Studente di Data Science presso l’Università di Padova


Cos’è un dato?

Il termine deriva dal latino datum, il cui significato corrisponde ad un’entità donata da un terzo. Essendo elementi d’informazione e di valore, per le organizzazioni i dati rappresentano un’importante fonte di conoscenza per elaborare soluzioni e previsioni future molto più consistenti rispetto alle ipotesi o osservazioni astratte.

Ad esempio, nel caso di un’agenzia di marketing il dato risulta fondamentale per segmentare le esigenze dei clienti, per una ditta di trasporti i dati saranno indispensabili per tracciare e ottimizzare i percorsi della merce. Le applicazioni per le imprese che dispongono e sfruttano i dati sono molteplici, ma le opportunità aumentano quando il dato è completamente condivisibile e disponibile. In questo caso viene detto open.

È un insieme di parole sempre più presente e rilevante nei quotidiani. Per open data, si intende un concetto semplice e cioè che:

"chiunque può accedere, utilizzare, modificare e condividere liberamente per qualsiasi scopo (soggetto, al massimo, a requisiti che ne preservano la provenienza e l'apertura)"

come definito dalla Open Knowledge Foundation. Per render ancor più tangibile il concetto, i dati e i contenuti open possono essere liberamente utilizzati, modificati e condivisi da chiunque per qualsiasi scopo. A differenza dei dati utilizzati da enti privati e imprese, gli open data sono un’informazione disponibile per incrementare il benessere della comunità.

Open data per la governance politica

Le possibilità per la cittadinanza sono innumerevoli, per esempio, l’applicazione dei dati nell’ambito della ricerca sono fondamentali per studiare e rispondere analiticamente a nuovi interrogativi. Non solo, gli open data nei governi rappresentano un elemento decisionale e di valore per la comunità. L’informazione custodita dal dato è ancor più interessante quando si sviluppano regolamenti e norme basate e studiate dai dati.

Inoltre, il libero accesso alle informazioni pubbliche da parte di tutti consente di incentivare maggiore trasparenza che migliora la qualità del dibattito sulle politiche pubbliche, incrementando l’efficienza e l’interoperabilità dell’amministrazione.

L’impatto sociale dell’open data, soprattutto nell’ambito delle istituzioni, è dato dal fatto che mette la cittadinanza nelle condizioni di conoscere le decisioni pubbliche, può essere sfruttato per sviluppare servizi che si basino sulle informazioni a disposizione dalla pubblica amministrazione, creando vantaggi complessivi per la comunità, apportando un’innovazione istituzionale tra il lavoro degli uffici pubblici per i cittadini e le imprese di ogni istituzione e amministrazione.

L’approccio open incentiva la pubblica amministrazione stessa a essere come una rete di amministrazioni interconnesse. Ciò è completamente possibile grazie alle tecnologie che permettono oggi alle istituzioni una nuova organizzazione incentivando sempre più la possibilità di partecipazione e apertura verso il cittadino.

L’utilizzo massiccio dei dati e la trasparenza di questi ultimi da parte dei governi nazionali potrebbe sembrare un’idea recente. Invece si tratta di una realtà diffusa e adottata già nel passato. Nixon, ad esempio, già negli anni 70 dovette impiegare nuovi regolamenti per intervenire nella sanità dopo che l’analisi dei dati aveva rivelato un andamento preoccupante della salute statunitense.

Nella politica di oggi l’approccio data driven si sta sempre più diffondendosi. Il governo inglese nella consultazione Data: a new direction del 10 settembre 2021 ha spiegato che i dati sono una risorsa strategica e forza trainante delle moderne economie mondiali.

L’investimento e l’attenzione alla raccolta e utilizzo dei dati, sta sempre più diventando un elemento fondante dei governi nazionali e sovranazionali.

L’Unione europea stima che la crescente disponibilità di dati aperti resi disponibili dai 27 Paesi membri possa portare nel 2020 un ritorno economico di 76 miliardi di euro, creando oltre i ventimila nuovi posti di lavoro entro lo stesso anno.

Misurare la transizione open data: il global data barometer

Per i decisori politici si tratta di una sfida globale: diffondere nei governi la visione data oriented. Per monitorare questo sforzo e i risultati raggiunti nella transizione open è stato sviluppato il Global data barometer, uno strumento open access che misura e analizza quanto gli open data siano impiegati nei governi dei diversi paesi nel mondo.

Il Barometro si basa su uno studio multidimensionale e multistrato, che ha valutato l’utilizzo degli open data dei governi di 109 paesi. È uno strumento innovativo finanziato dall’International Development Research Centre canadese e sviluppato da diversi enti come IL-DA, l’istituto di ricerca argentino e Data for Development.

L’obiettivo principale dell’applicazione è valutare la governance dei dati, la capacità, la disponibilità, l'uso e l'impatto dei dati per il bene pubblico. È possibile esplorare e visualizzare i dati attraverso il loro nucleo (ad es. governance e capacità) o moduli tematici (ad es. azione per il clima, territorio, appalti pubblici), nonché comparare l’impegno a livello nazionale, per un totale di 9 parametri:

  • Capabilities
  • Governance
  • climate action
  • company information
  • health & covid-19
  • land
  • political integrity
  • public finance
  • public procurement.

Oggi il global Score mondiale sull’utilizzo degli open data dei 109 stati si attesta a un punteggio medio di 34 su 100.

Durante un’assemblea delle Nazioni unite del 2011, è stata lanciata l’iniziativa internazionale Open Government Partnership, un programma che prevede l’impegno concreto da parte dei governi, inclusi Italia e Canada, per promuovere la trasparenza, responsabilizzare i cittadini, combattere la corruzione e rafforzare la governance attraverso la tecnologia.

Italia e Canada e la sfida degli open data

L'impegno dell'Italia nella sfida degli open data, tramite la valutazione dei 10 parametri sopra menzionati, ha fatto guadagnare alla penisola un punteggio di 57 punti, la posiziona al terzo posto nell'Unione Europea.

I punti su cui risulta un maggiore impegno dalla penisola sono land e political integrity. Il primo si concentra specificamente sulla proprietà della terra e sull'uso del suolo, soprattutto sull'uso dei dati sui lavori agricoli a sostegno del lavoro sulla parità di genere e sull'inclusione. In questo definito dagli analisti del barometro globale, land l’Italia raggiunge un punteggio di 13 punti, al fronte di 25 di media globale.

Il secondo parametro critico riguarda la political integrity, fattore che tiene conto di cinque sotto temi dell’acceso ai dati rilevanti per l'integrità politica come le informazioni sul finanziamento dei partiti politici, dati sulle dichiarazioni di interesse politico, registri delle lobby, dati sulla consultazione pubblica nel processo normativo e dati sull'andamento del regime di diritto all'informazione. Il secondo elemento critico è il rating della political integrity italiana che raggiunge i 44 punti, rispetto a una media globale di 25. Nonostante rappresenti uno degli score più bassi sul barometro italiano, la penisola riesce a porsi comunque 19 punti al di sopra della media globale.

Gli score che invece distinguono l’Italia rispetto alle altre nazioni mondiali è health and covid-19 con 79 punti totali. Questo modulo, nel dettaglio, copre la registrazione civile e le statistiche vitali, il controllo del COVID-19 e la fornitura di assistenza sanitaria di base.

Le altre eccellenze, ben di sopra alle media internazionali, riguardano: 

  • company information, 73 punti
  • public finance, 73 punti
  • public procurement, 66 punti
  • capabilities 65 punti 
  • climate, 63 punti
  • governance, 61 punti

L’Italia ha iniziato un ingente impegno alla diffusione degli open data dal settembre 2011 e, nell’aprile del 2012, ha presentato un Piano d’azione nazionale contenente le principali iniziative che il Governo ha assunto in materia di Open Government, poi aggiornato nel 2014 con il secondo piano d’azione. Oggi l’Italia dispone di un efficiente sito dedicato agli open data chiamato dati.gov, un portale che si pone come accesso a una vasta scelta di dati su ambiente, agricoltura, trasporti, economia e finanze fino all’energia.

Il punteggio del Canada sul barometro globale invece raggiunge i 61 punti. Lo stato nord-americano deve l’elevato punteggio soprattutto al suo approccio pioneristico nell’utilizzo degli open data spinto dalle istituzioni governative.
Sul barometro, il Canada risulta essere complementare alla valutazione sull’utilizzo degli open data, in quanto le difficoltà risultano essere per company information e Health Covid-19.

Il primo fattore, riguarda in dettaglio dati posseduti dalle aziende e il grado di apertura e condivisione che essi anno. Il punteggio raggiunto dal Canada è di 15, rispetto ai 26 della media mondiale. Meno peggio il secondo “tallone d’Achille” è Health Covid-19, che con uno score di 50 punti, la pone comunque al di sopra della media mondiale di ben 10 punti.
Lo stato nord americano, spicca però notevolmente rispetto alla media mondiale, sugli altri 7 moduli del barometro globale. Il primo è public finance, con 84 punti, sopra di ben 35 punti rispetto alla media mondiale. Nel dettaglio, il parametro in cui in lo stato canadese primeggia si basa sulla valutazione delle disposizioni politiche sugli aspetti chiave della finanza pubblica.

I parametri d’eccellenza rimanenti sono invece: climate action con 78 punti, insieme a capabilities, public procurement 76, governance 66, political integrity 58 e land con un rating di 53.

Il fiore all’occhiello della strategia degli open data è il portale governativo dedicato chiamato Open Government Portal, è possibile consultare i set di dati disponibili. Sono soprattutto dati provenienti dalle amministrazioni locali e in qualche caso anche informazioni e dati di tipo assicurativo.

Il concetto di open data in Canada era già presente alla fine del secolo scorso per quanto riguarda la condivisione di immagini satellitari.

Il primo progetto di open governement è arrivato nel 2011 con il progetto pilota data.gc.ca. Il lavoro canadese per incrementare l’utilizzo e l’impiego degli open data in ambito governativo è stato costante dal 2011, infatti 7 anni dopo il Canada ha iniziato la sua co-presidenza di un anno dell'Open Government Partnership. Le tre priorità della leadership sono inclusione, partecipazione e impatto.

Nonostante sia un progetto ingente promosso dal governo centrale, per la produzione e il mantenimento degli open data risulta essere molto attivo il sistema decentrato gestito dalle singole città. Toronto, per esempio, ha lanciato il suo primo portale di dati disponibili raccolti nel tempo nella capitale della provincia dell'Ontario a partire dall’autunno del 2009, così da soddisfare la crescente domanda di open data da disporre alla cittadinanza.

Conclusioni

Le informazioni custodite dagli open data sono un elemento che costituisce il quotidiano di ogni cittadino. Oggi queste informazioni vengono utilizzate come argomento di discussione in molti processi decisionali, soprattutto dei responsabili politici.

Oltre alla crescente adozione di approcci guidati dai dati, l'evoluzione della tecnologia e dell'alfabetizzazione dei dati significa che sono cambiate anche le aspettative dei cittadini, sempre più interessati a sfruttare tutte le opportunità loro offerte, come la possibilità di visualizzare i dati e scaricarli. Le comunità e i cittadini oggi possono sfruttare gratuitamente i dati open, utilizzarli e ripubblicarli come desiderano, per trarre spunti, innovare e creare una maggiore informazione tra gli abitanti.

In questo senso, gli open data contribuiscono a creare una società più informata che, a sua volta, può incentivare e suggerire come migliorare le istituzioni, abbattendo le barriere tra l’amministratore e il cittadino. L’innovazione open si pone cioè come una chiave per veicolare il modello gerarchico e top down della pubblica amministrazione verso un’organizzazione orizzontale e collaborativa. Grazie alle nuove opportunità offerte dagli open data il processo decisionale potrà diventare un dialogo sempre più collaborativo tra istituzioni e privati coinvolgendo così ciascun partecipante della vita pubblica a contribuire verso la responsabilità sociale. 

Come anche riportato dai risultati del global data barometer l’Italia e il Canada sono due Stati impegnati al sempre più ingente sviluppo e diffuso utilizzo degli open data.

Allo stesso tempo questi due sono fondamentali in quanto insieme rappresentano l’uno il complementare dell’altro.
Entrambi i paesi più di 10 anni fa, hanno iniziato un importante cammino verso l’utilizzo e la diffusione dei dati. Mentre l’Italia risulta essere avanzata per l’utilizzo dei dati nel campo sanitario, il Canada lo è per ciò che riguarda la finanza pubblica. Motivo per cui congiungendo le capacità e le conoscenze l’Italia e il Canada potranno rappresentare un modello di riferimento volto alla trasparenza e alla condivisione delle informazioni per accrescere una conoscenza sempre più democratica e accessibile a tutti. 

 


 

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