Materie prime critiche: si consolida la collaborazione con il Canada per una transizione sostenibile e sicura
Italia e Canada: una partnership strategica per garantire l’accesso sicuro e sostenibile alle materie prime critiche, pilastro della transizione energetica e digitale dell’UE.
Le materie prime critiche sono essenziali per la crescita economica e la sicurezza strategica.
La dipendenza verso paesi terzi ci espone a molteplici rischi, per affrontare i quali era stata avviata una stretta collaborazione con Paesi terzi, in particolare con il Canada.
La cooperazione tra UE e Canada, consolidata nel 2017 dal CETA era stata rinforzata dal Canada UE Strategic Partnership on Raw Materials del 2021 e, per quanto attiene l’Italia, dalla più recente Roadmap for Enhanced Cooperation del 2024.
L’Italia ha ulteriormente consolidato la propria posizione nei rapporti con il Canada attraverso la sottoscrizione della Dichiarazione congiunta sulle materie prime critiche, la sicurezza energetica e la transizione sostenibile.
L'importanza delle terre rare per l'Europa
Le materie prime critiche (Critical Raw Materials, CRM) sono risorse determinanti per la strategia economica e geopolitica dell'Unione Europea, essenziali per settori strategici come la difesa, l'aerospazio, le energie rinnovabili e la transizione digitale. La scarsità delle risorse riscontrata in Europa ha portato alla crescente dipendenza dell'UE da forniture provenienti da Paesi terzi, in primis la Cina, rendendo l'accesso a queste risorse particolarmente delicato, esponendo l'economia europea a rischi considerevoli in caso di interruzioni delle catene di approvvigionamento.
L'Agenzia Internazionale dell'Energia (IEA), ha infatti sostenuto che la domanda globale di queste risorse aumenterà fino a 40 volte nei prossimi vent'anni, rendendo urgente e prioritaria la necessità di e diversificare le fonti di approvvigionamento.
Il rapido incremento della domanda, peraltro, sta esponendo le catene di approvvigionamento a vulnerabilità sempre più accentuate. Tra queste, il rischio di infiltrazioni da parte del crimine organizzato, corruzione e sfruttamento illegale di risorse è particolarmente alto nelle aree con governance debole. Il quadro strategico di UNICRI (United Nations Interregional Crime and Justice Research Institute) evidenzia altresì che l'espansione non regolamentata dell'industria mineraria in contesti fragili compromette non solo la sostenibilità ambientale, ma anche i diritti umani e la stabilità economica di molte regioni.
La distribuzione globale delle terre rare è concentrata in un numero limitato di Paesi, molti dei quali appartenenti ai BRICS. La Cina, che fornisce fino al 100% delle terre rare all'UE, esercita un forte controllo sul mercato globale. Allo stesso modo, la Repubblica Democratica del Congo è il principale fornitore di cobalto, l’Indonesia di Nickel mentre il Cile detiene riserve significative di litio e rame.
Questa dipendenza geopolitica (scarsi al momento i giacimenti attivi) rende vitale per l'UE stringere partnership strategiche con Paesi con i quali la stessa UE si riconosce per valori e principi.
In questo contesto, il Canada si distingue come partner ideale per l'UE. Condividendo valori di libertà e democrazia, sostenibilità e trasparenza, il Canada offre risorse naturali abbondanti e un quadro normativo stabile e condiviso. La tradizione mineraria canadese, insieme agli standard ESG avanzati e al coinvolgimento delle comunità locali, rende il Paese il partner strategico per eccellenza per lo sviluppo sostenibile delle materie prime critiche.
Il Canada, con i suoi giacimenti di litio, grafite, nichel, cobalto, rame e terre rare, rappresenta un partner fondamentale per l'UE.
Negli ultimi anni, il Canada ha attratto ingenti investimenti internazionali, tra cui, a tacer d’altri, quelli del produttore svedese di batterie Northvolt e di Volkswagen, che hanno annunciato progetti per gigafactory di batterie e partecipazioni in miniere canadesi. Questi investimenti rafforzano ulteriormente la cooperazione tra UE e Canada, e fanno del Paese nordamericano un attore chiave nella transizione verde europea.
Il Canada, oltretutto, adotta un approccio innovativo che integra la sostenibilità nelle sue operazioni estrattive, coinvolgendo attivamente le comunità locali e indigene. Il concetto ESG+I (Environmental, Social, Governance + Indigenous Reconciliation) rappresenta un modello che il Canada utilizza per bilanciare la crescita del settore minerario con i diritti delle popolazioni indigene, promuovendo una gestione responsabile delle risorse.
La storica cooperazione tra UE e Canada, consolidata nel 2017 dallo SPA e dal CETA, nel 2021 aveva visto un ulteriore rafforzamento con la Strategic Partnership on Raw Materials.
Questo ulteriore strumento di cooperazione, nella sua relativa cogenza, aveva già portato alla realizzazione di sette progetti congiunti, tra cui investimenti nella produzione di batterie e nel riciclo del litio.
Grazie alla sua posizione strategica e alle abbondanti riserve minerarie, il Canada è divenuto, per la UE, il secondo mercato di esportazione più grande per le materie prime minerali e metalliche.
L’UE, nel delineare la propria strategia di approvvigionamento, ha constatato che piuttosto che puntare su accordi con Stati con i quali ancora non vi sono legami formali (che richiedono lunghe e faticose negoziazioni) è preferibile sfruttare gli accordi commerciali esistenti, come, nel caso del Canada, il CETA.
Il CETA, sebbene non ratificato da tutti i Paesi membri (tra cui l’Italia), rappresenta la piattaforma ideale per promuovere catene di approvvigionamento più sicure e sostenibili.
Il nuovo regolamento sulle materie prime critiche
In tale contesto si inserisce Il Critical Raw Materials Act, di recente introdotto dalla UE per garantire 'accesso dell'UE a un approvvigionamento sicuro, diversificato, economicamente accessibile e sostenibile di materie prime critiche, promuovendo la trasparenza lungo tutta la catena di approvvigionamento, e lo sviluppo di tecnologie per tracciare l'origine delle risorse, (blockchain). Attraverso tali sistemi sarà possibile garantire che i minerali provengano da fonti legali e sostenibili, riducendo il rischio di infiltrazioni criminali e assicurando una maggiore responsabilità.
Le attività illegali legate all'estrazione mineraria, rappresentano una sfida crescente. Molti Paesi produttori sono particolarmente vulnerabili al crimine organizzato, complicando l'accesso sicuro alle risorse per i Paesi importatori come l'UE.
La creazione di sistemi di tracciabilità efficaci è essenziale per mitigare questi rischi.
Il documento sottoscritto lo scorso 10 ottobre rappresenta un passo molto importante nelle relazioni tra i due Paesi.
In attesa che l’Italia (e altri Paesi) ratifichino il CETA, (con ciò rendendo possibili anche sue auspicate integrazioni), non è opportuno perdere tempo e occasioni per vitalizzare i rapporti con il Canada anche in settori che all’epoca delle negoziazioni del CETA non erano entrate nella lente di ingrandimento dei negoziatori.
L’Italia, pur non ratificando ancora il CETA, si è, in vario modo, rappresentata come interlocutore previlegiato del Canada, dall’Accordo sulla mobilità giovanile alla recente sottoscrizione della Italy-Canada Roadmap for Enhanced Cooperation con la quale i due Paesi hanno ribadito i propri specifici e speciali legami di amicizia e collaborazione individuando nel dettaglio i vari settori nei quali rafforzare la collaborazione: Sicurezza Energetica e Transizione Sostenibile, Cambiamento climatico, Biodiversità e Inquinamento, Sicurezza e Difesa, Ricerca e Innovazione.
Sulla scia della Roadmap si inserisce la sottoscrizione della Dichiarazione Congiunta del 10 ottobre: l’approvvigionamento di materie critiche estratte secondo standard sostenibili e con supply chain garantita è un fattore cruciale ed ineliminabile.
Il successo della strategia delineata dalla UE, e attuata dal Governo Italiano con la Dichiarazione Congiunta, dipenderà dalla capacità di sviluppare in tempi rapidi l’approvvigionamento delle materie critiche, la catena del valore interna, di promuovere la trasparenza e implementare meccanismi di tracciabilità per contrastare attività illegali.
Come si legge nel comunicato reso dal Governo Italiano, “I due Paesi si impegnano a trattare regolarmente questioni di comune interesse sotto forma di un “Energy Dialogue”, che si svolgerà tra il Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano e il Ministero dell'Energia e delle Risorse Naturali canadese e si concentrerà sulla transizione energetica, i combustibili sostenibili, le soluzioni di stoccaggio dell'energia e le tecnologie abilitanti, oltre che sui reattori nucleari avanzati, la ricerca sulla fusione e sui minerali critici.“
Va comunque ribadito che se con la Roadmap e con la Dichiarazione congiunta del 10 ottobre i due Paesi hanno rafforzato i propri legami, ora bisogna far si che i reciprochi impegni si traducano in azioni. Il mondo delle imprese (associazioni di categorie, interpreti della internazionalizzazione, pubblici e privati) deve essere reso consapevole e responsabilizzato affinché gli sforzi e gli impegni del Governo si materializzino in iniziative volte a dare un senso compiuto al disegno strategico delineato dalle intese bilaterali.
La collaborazione con il Canada non solo garantisce un accesso sicuro alle risorse, ma rappresenta anche un modello di partnership bilaterale per affrontare le sfide geopolitiche legate anche alle materie prime critiche.
[Fonte immagine: www.canada.ca]
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