Il Ceta che piace all'Italia. L'Indro intervista Paolo Quattrocchi, direttore del Centro Studi Italia Canada (Rassegna Stampa)
Dalla firma del Ceta, per ogni prodotto importato dal Canada, l’Italia ne ha esportati tre dall’altra parte dell’Oceano Atlantico. L'agroalimentare, in un anno, ha aumentato le proprie esportazioni del 40%. Le esportazioni di formaggio italiano verso il Canada, nel 2018, sono cresciute del 28,8% (in quantità, non in valore) su base tendenziale. L’Italia ha guadagnato circa sette miliardi di dollari in un anno. Il Corriere della Sera, inoltre, stima che un’eventuale mancata approvazione frutterebbe un danno di circa 400 milioni di euro all’economia italiana. L'Indro ne ha parlato con Paolo Quattrocchi, direttore del Centro Studi Italia Canada e partner di NCTM Studio Legale.
47 indicazioni geografiche italiane prima non venivano riconosciute nel mercato canadese: non potevano essere vendute oltreoceano. Con il Ceta sono riconosciute e valorizzate in Canada, e il vantaggio per l’imprenditoria italiana è alquanto rilevante. Coldiretti ha dimostrato di aver abbandonato la sua politica ideologica iniziale, a favore di un ragionamento più economico e legato ai dati. I piccoli marchi sono, inoltre, favoriti dagli accordi: una proposta massiccia di prodotti, nel commercio internazionale, rende la propria presenza nel mercato più rilevante, dando così spazio e visibilità anche a piccole imprese italiane del settore agroalimentare.
L'intervista completa su L'Indro