Perché il settore Green Building canadese è un’opportunità per le imprese italiane
Il Green Building è un comparto in grande espansione che apre nuove frontiere economiche e offre l’opportunità di costruire un modello di sviluppo più sostenibile. Nel settore, Italia e Canada hanno già intrapreso importanti passi ma con alcune peculiari differenze. Se il Canada ha un environement estremamente avanzato per quanto riguarda il tema della sostenibilità, sia a livello istituzionale che nella società civile, in Italia il settore delle costruzioni green si esprime con un know how di grandi eccellenze. Le opportunità di collaborazione nel Green Building giocheranno una partita nello scacchiere delle relazioni tra Italia e Canada?
di Tommaso Minuto*
In collaborazione con la Camera di Commercio in Canada Ovest
Green Building e Sviluppo sostenibile
Il dibattito economico, socio-politico e ambientale degli ultimi vent’anni ha visto crescere in importanza molti temi, ma uno su tutti è divenuto centrale: il cambiamento climatico e, di conseguenza, la necessità di prendere adeguate misure per modificare il nostro modello di sviluppo in una direzione più sostenibile e “green”.
Si è assistito dunque a una non più rimandabile “istituzionalizzazione” del concetto di sviluppo sostenibile all’interno degli ordinamenti di molti Paesi ed entità internazionali. Seguendo questa direttrice, sono state prese innumerevoli iniziative internazionali: dal Protocollo di Kyoto del 1997 al più recente Accordo di Parigi del 2015.
È in questo scenario che va inquadrato il fenomeno del Green Building.
Per Green Building (letteralmente costruzione verde e in italiano traducibile con bioedilizia, bioarchitettura o architettura sostenibile) deve intendersi la tecnica di progettazione, costruzione e gestione di un edificio in maniera sostenibile ed efficiente dal punto di vista energetico, secondo una certificazione riconosciuta da un ente indipendente.
Non si tratta di un settore di studio, astratto e futuribile. Il Green Building è già una realtà sviluppata in molte parti del mondo, tra cui il Canada e in particolare la British Columbia, oltre ad un’incredibile occasione economica contingente per le nostre imprese.
Tra i Paesi che hanno avviato iniziative in materia di sostenibilità, il cui inquadramento si rende necessario per contestualizzare lo sviluppo del Green Building, prenderemo in esame le policy di Unione Europea, Italia e Canada, evidenziando differenze e punti di contatto.
Il Green New Deal europeo
Il Green New Deal europeo è un piano di ampio respiro sullo sviluppo sostenibile e l’inquinamento, proposto dalla Commissione Europea, volto a raggiungere la neutralità climatica dell’Unione entro il 2050.
Questo obiettivo viene declinato in varie iniziative e settori politici, tra cui:
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Energia pulita
Decarbonizzare il sistema energetico dell’UE, per ottenere emissioni di gas serra nette pari a zero entro il 2050 e dimezzate rispetto ai livelli del 1990 entro il 2030. -
Industria sostenibile
L’UE intende introdurre una politica di economia circolare a livello industriale, oltre a puntare sulla riduzione degli sprechi, aumentando il riutilizzo e il riciclo dei materiali, insieme a una decarbonizzazione e modernizzazione delle industrie ad alta intensità energetica, come quelle dell’acciaio e del cemento. -
Costruzione, edilizia e ristrutturazione
Questo è il settore qui di maggiore interesse e sul quale l’UE pone giustamente molta importanza. Il settore dell’edilizia utilizza molti metodi non sostenibili e risorse troppo spesso non rinnovabili, pertanto il piano incentiva e promuove ogni forma di costruzione “a prova di clima” o, in altre parole, il Green Building. La Commissione vuole aumentare il tasso di ristrutturazione degli edifici per ridurre le emissioni e il consumo energetico dell’ambiente costruito, puntando molto anche sull’applicazione di regole sul rendimento energetico degli edifici. -
Dal produttore al consumatore
La Commissione vuole porre molta attenzione sulla sostenibilità alimentare e sul sostegno ai produttori agricoli e marittimi. L’UE vuole ridurre l’uso di pesticidi e promuovere la diffusione dell’agricoltura biologica. -
Eliminazione dell’inquinamento
Introduzione del “Piano d’azione ad inquinamento zero”, che sarà adottato dalla Commissione nel 2021 e ha come obiettivo quello di azzerare qualsiasi forma di inquinamento, ripulendo l’aria, l’acqua e il suolo entro il 2050[1]. Particolare attenzione sarà rivolta a materiali e prodotti chimici dannosi, alle microplastiche e ai prodotti farmaceutici. -
Mobilità sostenibile
Si intende attuare una mobilità intelligente, con standard di emissione per i veicoli a combustione, sviluppare sistemi e applicazioni per la gestione intelligente del traffico, incoraggiare la transizione a veicoli elettrici o a basse emissioni. -
Biodiversità
Nel 2021 verrà proposta una strategia relativa alla protezione della biodiversità dell'Unione europea. Il ripristino della biodiversità avverrà tramite l’implementazione di agricoltura biologica, il favoreggiamento dell’impollinazione, il ripristino del libero flusso dei fiumi, la riduzione dei pesticidi e il rimboschimento. A proposito di quest’ultimo tema, l’obiettivo è piantare 3 miliardi di alberi entro il 2030.
Il Green Deal europeo è quindi un piano ad amplissimo spettro, che verrà necessariamente tradotto in politiche più concrete, sia a livello europeo, sia dai singoli Stati membri.
Ciò che rileva ai fini della nostra trattazione è l’importanza posta dalla Commissione sul settore dell’edilizia, che viene visto come uno dei punti cruciali per una giusta transizione ecologica nel prossimo futuro.
Questo non può che essere un ottimo segnale per tutti coloro che intendono operare in questo settore e che potranno quindi beneficiare di un contesto istituzionale sicuramente favorevole.
Lo sviluppo sostenibile in Italia: Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile
In Italia lo sviluppo sostenibile riceve attenzione istituzionale da alcuni anni. In particolare, il Ministero dell’Ambiente ha proposto nel 2017 una Strategia Nazionale per lo Sviluppo Sostenibile, che declina sul piano nazionale l’Agenda 2030 sviluppata dall’UE, che a sua volta discende dagli obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite (SDGs).
La strategia è divisa in 5 macro aree, corrispondenti alle 5P dell’Agenda 2030:
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Persone
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Pianeta
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Prosperità
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Pace
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Partnership
Essa individua tramite scelte strategiche le priorità per il nostro Paese, integrando al suo interno le tre dimensioni della sostenibilità: ambiente, società ed economia.
La governance della strategia è piuttosto complessa: coinvolge diversi attori istituzionali (ministeri, la Presidenza del Consiglio dei Ministri, le Regioni, l’ISPRA e altri), e il monitoraggio dei progressi ottenuti grazie alla strategia è svolto dall’ISTAT, in collaborazione con il Governo.
La strategia ha un respiro se possibile ancora più ampio del Green Deal europeo, in quanto include al suo interno obiettivi piuttosto eterogenei: da quelli più strettamente legati al clima a quelli di rilevanza maggiormente sociale, come la riduzione delle diseguaglianze.
L’edilizia sostenibile viene menzionata ma non con la stessa enfasi presente all’interno del Green Deal europeo, complice forse anche il fatto che la nostra iniziativa è precedente rispetto a quella comunitaria.
L’Italia ha deciso di affrontare il tema della sostenibilità da più prospettive, varando anche il Piano Nazionale Integrato Energia Clima (PNIEC), un documento dove vengono stabiliti gli obiettivi nazionali al 2030 (lo stesso orizzonte temporale della SNSvS) sull’efficienza energetica, le fonti rinnovabili e la riduzione delle emissioni.
Questo piano però è stato duramente criticato da Greenpeace e WWF, in quanto riporta obiettivi energetici già superati a livello europeo (una riduzione delle emissioni al 40%, già prevista dalla normativa vigente, a fronte dell’obiettivo del GD europeo, il 50%, e una conferma del phase out dall’uso del carbone al 2025, anche tramite la realizzazione di centrali a gas, come già precedentemente stabilito)[2].
Un altro aspetto rilevante in termini di sostenibilità riguarda gli acquisti eseguiti dalla Pubblica Amministrazione, che se sostenibili vengono definiti con il termine di Green Public Procurement.
Esistono alcuni programmi di GPP in Italia: il principale è gestito da Consip, la società di committenza del Ministero dell’Economia e delle Finanze. Altri programmi rilevanti sono quello di Regione Lombardia, gestito da ARCA e quello di Regione Emilia-Romagna, IntercentER.
Lo Stato italiano ha cercato di favorire la diffusione di materiali efficienti dal punto di vista ambientale tramite l’introduzione dei Criteri Ambientali Minimi (CAM), ovvero dei criteri ambientali che la Pubblica Amministrazione deve rispettare nella scelta di un prodotto o processo[3]. Nel caso dell’edilizia questi criteri sono stati declinati per essere utilizzati nella scelta dei materiali costruttivi e dei procedimenti di costruzione, oltre a costituire un requisito per la partecipazione da parte delle imprese ai pubblici appalti.
In conclusione, emerge in Italia un quadro istituzionale in tema di sostenibilità piuttosto frammentato, privo di una vera e propria direzione e visione futura, che si rivela molto opaco soprattutto in tema di accountability e reporting. Proprio su questi punti vi è una grande differenza rispetto alla situazione canadese.
La strategia di Sviluppo Sostenibile Canadese: il Federal Sustainable Development Act e successivi sviluppi
Il Canada è tra i Paesi con la maggiore tradizione di sensibilità verso le tematiche relative allo sviluppo sostenibile e al cambiamento climatico.
Questa attenzione nei confronti dello Sviluppo Sostenibile è stata concretizzata nella Strategia Federale di Sviluppo Sostenibile (FSDS), creata tramite il Federal Sustainable Development Act del 2008, rinnovata e aggiornata ogni 3 anni.
Il triennio corrente è quello 2019-2022.
La strategia descrive le priorità in termini di sviluppo sostenibile del governo federale, stabilisce obiettivi e identifica azioni concrete per raggiungerli.
Particolare rilievo assume il fatto che la strategia, giunta al suo quarto rinnovo, viene emendata non solo grazie all’iniziativa dei policy maker, ma anche e soprattutto grazie a una serrata attività di contatto con la società civile, tramite la raccolta di proposte e feedback integrati nella bozza della strategia prima di ogni suo rinnovo.
La FSDS è una strategia ad amplissimo spettro, sovrapponibile negli intenti alla nostrana SNSvS, che nella sua ultima versione si concretizza in 13 obiettivi: dalla transizione ecologica del governo federale al sostegno al cleantech, all’energia rinnovabile, fino alla sicurezza e salute nelle comunità locali.
Particolare rilievo assume l’attenzione all’ambiente naturale, citato in 4 obiettivi su 13 (pulizia dei laghi, tutela delle foreste, protezione degli animali selvatici, tutela delle coste e degli oceani), anche in considerazione dell’enormità del patrimonio naturale canadese e dell’importanza che esso ricopre come risorsa per il Paese (basti pensare all’industria del legname).
Oltre alla FSDS, il Canada ha varato il Pan-Canadian Framework on Clean Growth and Climate Change, un piano d’azione per creare un’economia più resistente al cambiamento climatico, a basse emissioni e sostenibile.
Il Framework ha focus differenti rispetto alla più generale FSDS: si concentra anche sull’ambiente costruito, ponendosi come obiettivo l’efficientamento energetico delle infrastrutture esistenti e l’aumento degli standard costruttivi in termini di emissioni per i nuovi progetti.
L’assetto istituzionale canadese appare quindi più organico di quello italiano, con una serie di iniziative profondamente vincolanti sia per i policy maker, sia per gli attori economici, e complessivamente più pervasiva rispetto ai provvedimenti nostrani, che suonano più come una dichiarazione di intenti, piuttosto che come piani d’azione veri e propri.
L’importanza del Green Building per un futuro sostenibile
In un’ottica di sviluppo economico sostenibile è inevitabile pensare all’impatto che lo sviluppo umano ha avuto sull’ambiente fino ad oggi, e chiedersi se quello usato finora sia un modello da mantenere nel prossimo futuro.
Il cambiamento climatico e le emissioni di gas serra sono solo alcuni dei segnali che ci dimostrano che il nostro modello di sviluppo deve necessariamente rinnovarsi in tutti i suoi aspetti, compreso lo sviluppo inteso nel suo senso più concreto: l’industria e le costruzioni.
L’industria edile è ancora tra i settori simbolo dello sviluppo economico, ma le tecniche costruttive alla sua base sono ormai poco adatte a soddisfare i requisiti in termini di sostenibilità ambientale (materiali, processi produttivi, approvvigionamento energetico) necessari per la tutela dell’ambiente e del nostro futuro. Si calcola infatti che circa il 40%[4] delle emissioni di gas serra a livello globale siano dovute all’ambiente costruito, e che esista un margine di riduzione del consumo energetico dell’ambiente costruito del 50%[5].
Anche limitandosi a questa semplice analisi, è evidente come il Green Building sia una necessaria opportunità. Non si tratta di smettere di costruire, ma di farlo aggiornando gli strumenti a disposizione.
L’attenzione, anche istituzionale, verso le tematiche ambientali degli ultimi decenni sta portando quindi a cambiamenti radicali nel modo di intendere lo sviluppo costruttivo, urbano e non.
Il Green Building è un nuovo paradigma che prende in esame e rivoluziona il sistema edificio nel suo complesso, tenendo in altissima considerazione l’impatto e il rapporto che l’ambiente costruito ha con l’ambiente naturale. È un nuovo modo di intendere la progettazione di case, quartieri e città.
I vantaggi economici conseguenti a una forma sostenibile di edilizia sono evidenti.
Da una maggior conservazione del valore immobiliare sul mercato degli edifici - data dalla qualità costruttiva e dal fatto che queste tecnologie saranno sempre più necessarie e diffuse in futuro - a una riduzione dei consumi energetici, sia in fase costruttiva - a essere green non è solo l’edificio in sé, ma tutta la filiera dell’edilizia ed il processo produttivo -, sia in fase operativa.
Tutto ciò inoltre rappresenta una grandissima opportunità per università, aziende e istituti di ricerca di intraprendere attività di ricerca e sviluppo, data la crescente attenzione del mercato verso questi argomenti.
I Green Building Council
Attorno ai temi menzionati sono nati gruppi di studio e vere e proprie community come i Green Building Council (GBC). Si tratta di associazioni che si propongono di fare da volano per lo sviluppo e la diffusione di quel nuovo modo di intendere il costruire che è il Green Building, mettendo in atto una vera e propria rivoluzione nella filiera dell’edilizia.
I GBC sono confederati nel World Green Building Council e svolgono importanti attività di sensibilizzazione, ricerca e diffusione delle novità in tema di edilizia sostenibile.
Certificare l’eccellenza: LEED
I Green Building Council, in particolare quello statunitense, nell’ottica di portare avanti una rivoluzione della filiera edile, hanno provveduto ad elaborare un sistema di certificazione e classificazione dell’efficienza energetica e dell’impronta ecologica degli edifici denominata LEED (Leadership in Energy and Environmental Design).
Il sistema LEED prevede una serie di classificazioni di crescente importanza (e con requisiti sempre maggiori per essere ottenute) costituita da 4 livelli di qualificazione: Certificato, Argento, Oro e Platino. I punti necessari vengono attribuiti seguendo una molteplicità di criteri e parametri, riconducibili a 5 macro aree:
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Sostenibilità del sito
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Gestione delle acque
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Energia e atmosfera
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Materiali e risorse
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Qualità Ambientale Interna
Gli edifici certificati LEED utilizzano risorse chiave più efficienti rispetto a edifici convenzionali che sono semplicemente edificati in base ai regolamenti di edilizia civile.
Inoltre, gli elevati requisiti necessari a ottenere la certificazione LEED portano spesso a un aumento dei costi in fase costruttiva e di progettazione, dovuti anche a un imprescindibile cambio di mentalità da parte di progettisti, committenti e costruttori, necessario a progettare, ancor prima che costruire, un edificio in modo sostenibile.
Tutto ciò a prima vista potrebbe sembrare una fonte di scoraggiamento piuttosto che di incentivo all’uso delle tecniche di Green Building, ma questi costi iniziali aggiuntivi sono abbondantemente compensati dalla diminuzione dei costi operativi futuri.
Alcuni studi hanno suggerito che un investimento iniziale extra pari al 2% del totale permetterà risparmi superiori a dieci volte l'investimento iniziale, spalmati sul ciclo di vita produttiva dell'edificio (da 50 a 100 anni)[6].
La certificazione LEED è quindi certamente uno strumento importante per dare uniformità agli standard costruttivi green in tutto il mondo, fattore che non potrà che favorire e aumentare la diffusione degli stessi.
Il Green Building in Italia
Il caso italiano è di assoluta rilevanza internazionale nel contesto del Green Building.
In uno scenario dove la domanda di bioedilizia raddoppia ogni 3 anni[7], l’Italia si colloca al quarto posto in Europa per una parte specifica, ovvero la produzione di edifici prefabbricati in legno. Questa produzione ha raggiunto un valore di 696 milioni di euro e una quota di mercato del 7,2%[8].
Con la diffusione delle certificazioni LEED e BREEAM, la domanda di tecnologie e materiali per l’edilizia sta cambiando radicalmente, mostrando il segno di un vero e proprio boom.
Sono infatti moltissime le realtà attive nel mercato della bioedilizia: non solo start-up innovative, ma anche realtà affermate come Italcementi stanno entrando in questo mercato con prodotti come TX Active[9], un cemento in grado di assorbire l’inquinamento atmosferico.
Con oltre 10 mila produttori di materiali da costruzione, l'eccellenza italiana nei materiali e nelle tecnologie costruttive sostenibili, che vanno dalle finiture per interni ai componenti per facciate, dai mobili alle tecnologie per i servizi di costruzione, è riconosciuta a livello mondiale.
È significativo il fatto che la maggior parte dei progetti certificati LEED in Italia abbiano ottenuto i più alti livelli di certificazione raggiungibili[10].
GBC Italia
Il Green Building Council Italia è attivo su tutto il territorio nazionale. Il Council sta seguendo in questo periodo una serie di progetti ed iniziative per promuovere il Green Building in Italia sotto tutte le sue varie sfaccettature.
A titolo esemplificativo, il Council ha organizzato numerosi webinar e convegni, come quelli sulle interazioni tra Green Building e finanza, oltre ad aver creato alcune pubblicazioni e working paper. L’obiettivo del Council è quello di essere un punto di riferimento per tutti gli operatori del settore e un volano per lo sviluppo futuro del Green Building in Italia.
GBC Historic Buildings
Una peculiarità e punto di forza del nostro Paese è certamente l’ingente patrimonio immobiliare storico di cui dispone. Pertanto, non stupisce e anzi è molto apprezzata l’attenzione del Green Building Council verso quella che potrebbe diventare una vera e propria competenza specifica del nostro Green Building, ovvero la ristrutturazione green di edifici storici e tutelati.
Come il GBC stesso spiega sul proprio sito:
“GBC Historic Building è nato per far dialogare i criteri di sostenibilità dello standard LEED® e il vasto patrimonio di conoscenze proprie del mondo del restauro nel quale l’Italia ricopre ruoli di eccellenza. GBC Historic Building è un protocollo di certificazione volontaria del livello di sostenibilità degli interventi di conservazione, riqualificazione, recupero e integrazione di edifici storici con diverse destinazioni d’uso[11].”
L’Italia è, ad oggi, l’unico Paese ad aver sviluppato una certificazione dedicata al restauro in chiave green degli edifici storici.
Centri di eccellenza e hub in Italia
Kerakoll Green Lab
L’Italia presenta vari centri di eccellenza, non solo industriali, per quanto riguarda la ricerca e sviluppo di tecnologie costruttive sostenibili. Uno di questi è il Kerakoll Green Lab[12] di Sassuolo, un’eccellenza nata da Kerakoll, azienda leader a livello internazionale nel mercato dei materiali per l’edilizia sostenibile.
Il Green Lab è il centro di ricerca più avanzato al mondo[13] per lo studio e lo sviluppo di nuovi materiali costruttivi green. Kerakoll ha anche fondato Green Campus, scuola di formazione e consulenza al Green Building leader a livello europeo[14].
EDERA srl
Nel 2021 è nato però anche EDERA, Centro di innovazione per la decarbonizzazione e la rigenerazione dell’ambiente costruito[15], presentato al pubblico con un webinar lo scorso 16 marzo 2021. EDERA in particolare si occupa di edilizia off-site e si propone l’obiettivo di facilitare la creazione e la diffusione di nuove soluzioni per accelerare la rigenerazione e la decarbonizzazione dell’ambiente costruito italiano.
Incentivi statali
Dal punto di vista istituzionale l’Italia ha mosso alcuni passi con l’intenzione di incentivare la riconversione sostenibile dell’ambiente costruito, soprattutto tramite incentivi fiscali.
Tra questi troviamo l’Ecobonus, il Bonus Casa, e il Superbonus al 110%. Gli incentivi fiscali hanno riscosso un notevole successo. In particolare, è stata ben accolta la novità molto rilevante ai fini della fruibilità delle detrazioni previste dal Superbonus, in quanto queste possono essere trasferite (cessione del credito d’imposta) non solo alle imprese realizzatrici, ma anche a istituti di credito e intermediari finanziari.
Criticità presenti nell’ecosistema italiano
Alla luce di quanto esaminato finora si potrebbe dire che la situazione italiana sia sostanzialmente bipartita:
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da una parte un tessuto industriale molto attivo e sensibile alle tematiche della sostenibilità e un settore, il Green Building, in fortissima crescita, come nel resto del mondo, con anche vari centri di assoluta eccellenza sia di ricerca, sia produttiva;
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dall’altra vediamo invece una situazione istituzionale che cerca di seguire le evoluzioni del mercato e le necessità della società, ma che fatica a mostrarsi come guida di un vero e proprio cambio di paradigma in senso sostenibile.
I fattori alla base di questo scenario possono essere diversi:
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in primis uno scarso slancio a livello politico riguardo questi temi, che vengono sì costantemente citati dal dibattito politico, ma mai affrontati in modo concreto con analisi e piani di azione;
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una situazione istituzionale confusa, dove viene fatto un lavoro di pianificazione strategica che però risulta poco concreto e azionabile in tempi rapidi, e talvolta addirittura obsoleto in partenza (come nel caso degli obiettivi del PNIEC, già superati dalle direttive comunitarie al momento della promozione del Piano stesso);
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l’incentivazione fatta dallo Stato si è sempre limitata a incentivazioni fiscali sulla realizzazione di singoli interventi localizzati, mentre sarebbe auspicabile la messa a sistema di incentivi fiscali con misure di natura diversa, (fondi per la ricerca, semplificazione degli iter burocratici che coinvolgono le imprese), che gioverebbero sia al settore dell’edilizia sostenibile e a una sua maturazione, insieme a molti altri settori dell’economia.
L’Italia ha l’opportunità di diventare un player sempre più rilevante all’interno di questo mercato, ma perché ciò avvenga è importante che tutti gli attori coinvolti, soprattutto quelli istituzionali, collaborino verso questo obiettivo.
Il Green Building in Canada
Il Canada è uno dei Paesi più all’avanguardia a livello globale in fatto di edilizia sostenibile.
Ha, dal 2003, il suo Green Building Council, il quale si occupa di diffondere il Green Building in Canada e in particolare di promuovere il sistema di certificazione LEED.
Il mercato è molto sviluppato e in costante crescita: raddoppia la sua dimensione ogni 3 anni, un trend comune con il resto del mondo.
La peculiarità canadese è costituita dagli ambiziosi obiettivi politici in fatto di sostenibilità imposti dalla classe dirigente, che hanno creato i presupposti per una crescita sempre maggiore di questo settore.
Già nel 2017, la metà circa dei costruttori canadesi ha affermato che il 60% dei loro progetti di costruzione in Canada erano progetti green[16], una proporzione decisamente elevata, soprattutto se rapportata al resto del mondo.
Il Green Building inoltre impiega 200k lavoratori in più rispetto ai settori dei combustibili fossili, minerario e forestale messi insieme, per un totale di circa 462k posti di lavoro[17].
La sinergia tra governo e mercato in fatto di sostenibilità è evidente.
La sostenibilità in Canada però non è solo un’ottima occasione di business, ma un concetto etico parte della cultura della società civile.
Secondo il rapporto Canada’s Green Building Engine, “fare la cosa giusta” è ciò che spinge i costruttori canadesi, ancor più che le richieste del mercato o i ridotti costi operativi dati dalla costruzione un edificio green rispetto a uno normale.
È evidente, tuttavia, che il Green Building offra accanto ai benefici esclusivamente etici o ambientali anche vantaggi economici, i quali, secondo i costruttori e investitori canadesi sono principalmente:
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Costi operativi più bassi
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Qualità più alta del costruito
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Dimostrazione pubblica di responsabilità sociale d’impresa
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Economie di scala: i contractor che sono impegnati per più del 60% del loro lavoro in progetti green hanno costi addizionali minori rispetto a chi lo è per meno del 60%[18]
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ROI più alto rispetto alle costruzioni non green
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Possibilità di essere remunerati attraverso affitti più alti rispetto a costruzioni non green
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Tasso di occupazione degli immobili più alto rispetto a costruzioni non green
Questi ultimi benefici derivano anche dal fatto che la sostenibilità influenza sempre di più le scelte di consumo.
Secondo il citato rapporto:
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Il mercato immobiliare canadese ha delle caratteristiche peculiari, tra cui il fatto che al suo interno il risparmio energetico è la priorità massima
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I clienti istituzionali sostengono una grande porzione del mercato immobiliare canadese, in particolare istituzioni finanziarie come fondi pensione e banche hanno un ruolo importante come proprietari o locatari di edifici green e come investitori in progetti di green building
Per quanto riguarda le previsioni per lo stato del mercato nel 2030, il rapporto Canada’s Green Building Engine calcola che:
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Senza contare gli interventi particolari dedicati al Green Building (compresi gli interventi nel piano di ripresa post COVID-19) si prevedono 939 mila posti di lavoro diretti nel mercato del Green Building e un PIL derivante da questo mercato pari a 94 miliardi (CAD$).
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Con interventi del governo (compresi interventi nel piano post COVID), volti a dare ancora maggior risalto all’industria del Green Building all’interno della ripresa canadese, si prevedono 1,4 milioni di posti di lavoro diretti nel Green Building e 150 miliardi (CAD$) di PIL da esso derivante.
Green Building in British Columbia
All’interno del panorama canadese, la British Columbia rappresenta un ambiente particolarmente virtuoso sotto il punto di vista del Green Building, essendo una delle province più all’avanguardia in tal senso a livello nazionale e uno dei luoghi più sostenibili del panorama globale.
Nel 2008 la British Columbia è stata uno dei primi luoghi al mondo a introdurre una carbon tax e la prima provincia del Canada a sviluppare un piano d’azione climatico[19].
Non sorprenda il fatto che molti operatori del settore individuino tra le principali barriere allo sviluppo del Green Building la mancanza di supporto politico e di incentivi governativi o a livello di utenze[20]. Ciò dipende dal fatto che le aspettative sono più alte che altrove e la percezione delle azioni governative è influenzata da un contesto estremamente avanzato.
Secondo il Rapporto Canada Green Building Trends: Benefits driving the New and Retrofit Market 2018, commissionato dal Canada Green Building Council, la British Columbia è la terza provincia per posti di lavoro nel Green Building.
Per raggiungere gli obiettivi federali al 2030 la provincia pacifica dovrà aumentare la propria forza lavoro impiegata nel Green Building di circa l’8% annuo, fatto che costituisce una grande opportunità lavorativa per le aziende canadesi, ma soprattutto per tutte le aziende estere che vorranno entrare in questo mercato nei prossimi anni.
Con la forte crescita del settore prevista nel prossimo decennio, assumendo una politica del governo provinciale a favore, si potrebbero raggiungere fino a 187 mila posti di lavoro diretti (nel 2018 erano 71 mila) e un PIL legato al Green Building pari a circa 30 miliardi[21].
Vancouver, città verde
Vancouver è da sempre una città attenta alle tematiche green, ed è costantemente in testa alle classifiche delle città più “verdi” del pianeta. In questo senso occupa una posizione di rilievo il Greenest City Action Plan 2015-2020 che ha avuto come obiettivo quello di rendere Vancouver la città più green al mondo entro il 2020[22].
Questo piano decennale è composto da 10 obiettivi da raggiungere in tema di sostenibilità. Il secondo, è interamente dedicato al Green Building.
Nello specifico, la città si è proposta di ridurre le emissioni di gas serra di tutti gli edifici esistenti del 20% rispetto ai livelli del 2007 entro il 2020, oltre a richiedere che tutti i nuovi edifici, dal 2020 in poi, siano carbon neutral durante la loro costruzione.
L’obiettivo forse più ambizioso di tutti è forse quello di portare tutti gli edifici, nuovi ed esistenti, ad essere alimentati da energia rinnovabile entro il 2050, oltre ad avere nuove costruzioni con zero emissioni entro il 2030.
Tra il 2018 e il 2032 si prevede per Vancouver un mercato legato all’edilizia sostenibile pari ad almeno 3,3 miliardi, considerando esclusivamente le nuove costruzioni[23].
Vancouver è, insieme a Toronto, l’unica città in Canada ad avere un codice delle costruzioni distinto da quello federale[24].
L’ambiziosità di questi obiettivi dimostra la forte attenzione della città di Vancouver e del Canada verso le problematiche legate al clima e alla sostenibilità concepita in una declinazione di azioni concrete e realizzabili.
In particolare, il Green Building si esprime come driver di sviluppo in Canada e attrattività da parte di operatori e investitori internazionali, inclusi gli italiani.
Centre for Interactive Research on Sustainability - University of British Columbia
Il Centro per la ricerca interattiva sulla sostenibilità (CIRS) funge sia da hub per il lavoro sulla sostenibilità nel campus universitario, sia da soggetto di ricerca sull'edilizia sostenibile. Come centro interdisciplinare riconosciuto a livello internazionale, il CIRS incarna l’approccio del Campus della UBC come laboratorio vivente per testare nuove idee e condividere le conoscenze sulle tecnologie e le prestazioni degli edifici sostenibili[25].
Jim Pattison Centre of Excellence in Sustainable Construction Management Technology - Okanagan College
Questo centro per le tecnologie di costruzione sostenibili e il risparmio di energia rinnovabile è descritto come una struttura di "apprendimento vivente". Progettato per essere tanto una lezione in sé quanto un luogo per imparare, l'edificio mostra agli studenti prodotti e innovazioni sostenibili per l'edilizia sostenibili creati in British Columbia[26].
Questa struttura di formazione per artigiani e professionisti dell'edilizia sostenibile è uno dei più grandi edifici in Canada a raggiungere le prestazioni della Living Building Challenge, lo standard di sostenibilità più rigoroso al mondo. Il fabbisogno netto di energia pari a zero viene soddisfatto attraverso l'energia rinnovabile prodotta in loco, la raccolta e il riciclaggio dell'acqua piovana e il trattamento in loco delle acque reflue, mentre il fabbisogno di materiali è soddisfatto in gran parte utilizzando legno raccolto localmente. Il riscaldamento radiante incorporato in una miscela di calcestruzzo versata sopra il legno offre ulteriori risparmi energetici. Molti dei sistemi di costruzione sono resi visibili per migliorare l'esperienza educativa per gli studenti e generare dati sulle prestazioni in tempo reale.
Perché il mercato Green Building canadese è un’opportunità per le imprese italiane
Il Canada in generale e la British Columbia e Vancouver in particolare rappresentano un’ottima occasione di espansione commerciale per le imprese italiane e in generale un’occasione di crescita per il nostro Paese.
L’assetto istituzionale, gli obiettivi di policy e un ambiente commerciale già avviato nell’ambito della sostenibilità sono tra i fattori della realtà canadese che ne costituiscono l’attrattività.
Inoltre, le previsioni di crescita del settore citate in precedenza, sia a livello federale che provinciale, fanno presagire le proporzioni delle opportunità presenti e future.
Il Canada ha bisogno di prodotti, materiali e aziende che si occupino di Green Building e la sua domanda interna in costante crescita è tale da garantire abbondante spazio all’ingresso di nuove imprese.
Ci sono poi altri fattori strutturali dell’economia canadese che favoriscono le imprese, come una tassazione più vantaggiosa rispetto a quella italiana. A titolo di esempio, il Canada si trova al 23° posto dell’Ease of Doing Business Index, sviluppato dalla World Bank. Per confronto, l’Italia si trova al 58°posto, sotto a Paesi come Kosovo e Romania.
Italia e Canada, due scenari a confronto
Aspetti istituzionali
Da quanto analizzato emergono alcune divergenze dal punto di vista istituzionale tra Italia e Canada.
Il Canada ha dalla sua una situazione più avanzata e più favorevole alle imprese, sia per il generale indirizzo verso la sostenibilità, sia per i passi pratici e legislativi che sono stati compiuti a tutti i livelli di governo, da quello federale fino alle singole amministrazioni comunali.
L’approccio di oltreoceano è più pragmatico e meno ideale, più legato a obiettivi concreti piuttosto che a generici obiettivi di sostenibilità.
Un punto importante è anche il coinvolgimento della popolazione: il fatto che il governo canadese ricerchi continui feedback sul proprio operato per quanto concerne la FSDS rende i canadesi partecipi del processo e responsabilizza il governo agli occhi dei cittadini in un rapporto virtuoso.
Situazione economico-industriale
Per quanto riguarda la situazione a livello industriale:
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da una parte l’Italia presenta una situazione eterogenea, con alcuni grandi centri d’eccellenza produttiva (come le aziende dedite alla produzione di prefabbricati in legno) e di ricerca (come il Kerakoll Green Lab), che però fanno fatica a costruire un sistema integrato con la Pubblica Amministrazione;
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dall’altra parte il Canada ha uno un mercato decisamente più avanzato, nel quale l’edilizia sostenibile occupa un ruolo di rilievo e si può dire che costituisca più la regola che l’eccezione.
In Canada c’è una maggiore coscienza verso il settore e la sua importanza per il futuro, mentre l’Italia presenta una situazione complessiva che dimostra come il Green Building sia ancora un settore relativamente giovane.
Alla luce di quanto analizzato, quale futuro si prospetta per il Green Building? Tra le tendenze da monitorare si segnalano:
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Gli edifici diventeranno green non solo dal punto di vista ambientale esterno (emissioni), ma anche interno, ovvero diventerà sempre più importante la qualità della vita offerta da quegli edifici, con una rilevanza sempre maggiore di aspetti quali la qualità dell’aria all’interno.
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Il diffondersi dell’economia circolare porterà i produttori di materiali a sviluppare prodotti efficienti che siano disassemblabili e riutilizzabili piuttosto che sostituibili.
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I green buildings diventeranno presto smart buildings, con il progressivo sviluppo delle smart grid energetiche: tecnologie come l’Internet of Things permetteranno ai palazzi di comunicare con la rete elettrica in modo da ottimizzare il consumo energetico in maniera intelligente e integrata[27].
Conclusioni
Il Green Building italiano è un’eccellenza a livello industriale, anche a fronte di un quadro ancora carente dal punto di vista dell’istituzionalizzazione della sostenibilità.
Le aziende italiane sono strutturate per entrare in un mercato in forte crescita come quello canadese, sostenuto da un contesto istituzionale molto favorevole.
È auspicabile che il Green Building sia sempre più oggetto di politiche di sostegno nel futuro, non solo per la valorizzazione delle capacità e del know how già presenti sul territorio, ma anche perché il settore si rivelerà sempre più importante a livello internazionale.
È da accogliere con favore il fatto che il Piano Nazionale di Ripartenza e Resilienza italiano ponga in grande risalto, su sollecitazione dell’Unione Europea, le tematiche della sostenibilità e della transizione ecologica, di cui il Green Building sarà necessariamente una parte fondamentale.
Non è inoltre scontato sottolineare che la sostenibilità non ha solo obiettivi economici, ma include una dimensione umana che si esplica in ripercussioni sociali, politiche e ambientali.
La sostenibilità rappresenta soprattutto un valore in sé. Se da un parte la riduzione delle emissioni e dell’inquinamento daranno una spinta a nuovi settori dell’economia, dall’altra una riconversione ecologica, ne senso più ampio di questo termine, del nostro modello di sviluppo, se gestita con capacità e visione, non potrà che essere un fattore positivo per il futuro sviluppo delle nostre società.
[Cover Image: cagbc.or]
*Tommaso Minuto è studente di Economia e Management – Unimi
Tirocinante presso Italian Chamber of Commerce in Canada - West
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Global Status Report, Global Alliance for Buildings and Construction, 2016.
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https://www.naturallywood.com/project/okanagan-college-jim-pattison-centre-of-excellence/
Note
[1]https://www.euractiv.com/section/energy-environment/news/eu-commission-unveils-european-green-deal-the-key-points/
[2]https://www.greenreport.it/news/economia-ecologica/ecco-il-pniec-cambia-il-governo-ma-il-piano-nazionale-clima-ed-energia-rimane-lo-stesso/
[3]https://www.ingenio-web.it/25642-i-criteri-ambientali-minimi-cam-negli-appalti-pubblici-cosa-sono-e-a-cosa-servono
[4] https://www.worldgbc.org/news-media/global-status-report-2017
[5] Global Status Report, Global Alliance for Buildings and Construction, 2017.
[6] The Costs and Financial Benefits of Green Buildings: A Report to California's Sustainable Building Task Force, Greg Kats, 2003
[7] World Green Building Trends 2016 SmartMarket Report, Dodge Data & Analytics con US Green Building Council, 2016
[8] Rapporto case ed edifici in legno 2017, FederlegnoArredo
[9] https://www.italcementi.it/it/txactive-principio-attivo
[10] https://www.gbcitalia.org/-/il-green-building-italiano-si-distingue-per-eccellenza
[11] https://www.gbcitalia.org/web/guest/historic-building
[12] https://www.greenbuildingmagazine.it/benvenuti-al-kerakoll-greenlab/
[13] https://www.kerakoll.com/green-lab/
[14] https://www.kerakoll.com/green-campus/
[15]https://edera.city/
[16] Canada Green Building Trends: Benefits driving the New and Retrofit Market, CaGBC, 2018
[17] Canada’s Green Building Engine, CaGBC, 2020
[18] Canada’s Green Building Engine, CaGBC, 2020
[19] Canada’s Green Building Engine, CaGBC, 2020
[20] Canada Green Building Trends: Benefits driving the New and Retrofit Market, CaGBC, 2018
[21] Ivi
[22] Greenest City Action Plan 2015-2020, City of Vancouver, pg. 5
[23] Green Building Market Forecast for Metro Vancouver 2019-2032, 2018, Vancouver Economic Commission
[24] Canada’s Green Building Engine, pg. 27
[25] https://sustain.ubc.ca/research/research-collections/centre-interactive-research-sustainability
[26] https://www.naturallywood.com/project/okanagan-college-jim-pattison-centre-of-excellence/
[27] Canada’s Green Building Engine, p.77