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Geopolitica e governance dell’Artico tra cooperazione, risorse strategiche e sostenibilità

Geopolitica e governance dell’Artico tra cooperazione, risorse strategiche e sostenibilità

I cambiamenti climatici e il potenziale di risorse energetiche hanno acceso l’interesse internazionale sull’Artico. A partire da quanto emerso in un Convegno organizzato a Roma presso la SIOI dall’Ambasciata norvegese in collaborazione con la Nord University, il Centro Studi Italia Canada ha approfondito il tema della “questione artica”, la nuova attesa strategia canadese del Nord, le posizioni internazionali e dell’Italia.

 

Laura Borzi*

 

Il 18 settembre a Roma si è tenuto presso la SIOI (Società Italiana per l'Organizzazione internazionale) un Convegno organizzato dall'Ambasciata di Norvegia in collaborazione con la Nord University e sponsorizzato da ENI SpA, dal titolo Arctic Connections, Italy and Norway in the Arctic: between cooperation and future challenges. L'incontro ha analizzato le dinamiche geopolitiche in Artico, una regione che da tempo occupa l'attenzione della comunità internazionale, in particolare da quando il cambiamento climatico, che nell'area si manifesta con anticipo e con una rapidità maggiore rispetto al resto del pianeta, ha focalizzato l'attenzione sulle numerose problematiche che questo comporta su scala regionale e globale all'insegna dell'adagio: what happens in the Arctic doesn't stay in the Arctic . Al simposio sono intervenuti esperti, accademici, italiani e stranieri, e diplomatici. Tra gli ospiti si è notata la presenza di Alexandra Bugailiskis, Ambasciatore del Canada a Roma. Il Canada, che è tra i cinque stati che si affacciano sull’Artico, è tra i paesi più coinvolti nelle questioni settentrionali.

 

Il Presidente della SIOI, Franco Frattini, ha aperto i lavori, sottolineando la diffusa e  crescente attenzione per l'Artico su scala mondiale e la necessità che lo sviluppo del Nord  avvenga all'insegna della sostenibilità ovvero nel rispetto del fragile ecosistema, sia in termini di ambiente fisico che per ciò che attiene alla componente umana costituita dai circa quattro milioni di abitanti dell'area.

 

 

RISCALDAMENTO CLIMATICO E RISORSE ECONOMICHE STRATEGICHE

Come noto, due sono le motivazioni principali di questo rinnovato interesse: in primis l'impatto del riscaldamento climatico globale, che ha aperto l'area alla prospettiva della navigazione circumpolare e, in secondo luogo, l'enorme potenziale di risorse economiche che il Polo Nord ospita. Si stima, sulla base di modelli probabilistici, che l'Artico contenga circa il 22% delle riserve mondiali di idrocarburi non ancora scoperte, ma tecnicamente sfruttabili.

Le previsioni degli analisti in proposito spaziano da una temuta corsa alle risorse, che vede profilarsi scenari di conflitto per rivendicare le ricchezze di una regione diventata accessibile, a un fururo di maggiore cooperazione internazionale, prospettiva questa sostenuta in verità dagli Stati artici che ben comprendono il valore di una gestione responsabile fondata su una consistente struttura istituzionale che, almeno fino al presente ha garantito un buon grado di governance e stabilità.

 

LA GOVERNANCE DELL’ARTICO: IL CONSIGLIO ARTICO

L'interesse crescente del pianeta all'Artico è chiaramente manifestato dall'attenzione rivolta da una molteplicità di attori a quello che costituisce il perno della governance artica, il Consiglio Artico, forum intergoverntativo che da oltre 20 anni promuove la cooperazione, il coordinamento e l'interazione tra gli Stati Artici. La membership è costituita dai cinque Stati costieri dell'Oceano Artico: Canada, Danimarca, Stati Uniti, Federazione Russa e Norvegia cui si sono aggiunti Svezia, Islanda e Finlandia. Negli ultimi anni la partecipazione ai lavori del Consiglio è notevolmente aumentata con la richiesta dello status di Osservatore permanente da parte di Paesi anche geograficamente lontani dal Polo nord, uno status peraltro ottenuto dall'Italia nel 2013. Infine, negli anni recenti, molti Paesi artici e non solo hanno prodotto documenti strategici a vari livelli, definendo priorità e obiettivi nella regione dove si è registrato al contempo un costante aumento dell'infrastruttura militare.

 

LA NUOVA STRATEGIA ARTICA DEL CANADA

Infatti, se nel secolo passato, con l'eccezione di Russia e Norvegia, l'Artico era rimasto questione di secondaria importanza, finanche nella politica internazionale degli Stati Artici, le dinamiche attuali costituiscono opportunità e sfide significative per un complesso di attori coinvolti nelle politiche artiche.

La presenza dell'Ambasciatore Bugailiskis al Convegno SIOI conferma come l'Artico resti per il Canada una rilevante questione di politica interna, essendo il Nord, come recita la Canada’s Northern Strategy del 20091essenziale all'identità canadese. A questo deve aggiungersi la consapevolezza che il Canada potrà agire come rilevante global player in merito alla gestione del dossier artico negli anni a venire.

In questo senso non si farebbe altro che seguire la scia già tracciata in passato, poiché proprio il Governo canadese è stato determinante nel promuovere la collaborazione internazionale a Nord, impegnandosi attivamente prima nel processo che ha portato alla creazione del Consiglio Artico con la Dichiarazione di Ottawa (1996) e, successivamente, partecipando ai lavori dei vari working groups in cui è sviluppata la consistente attività del forum.

Il Canada è al momento nella fase finale dell'elaborazione di una nuova Strategia artica, un progetto intrapreso dal Governo federale fin dal 2016 con l'obiettivo di aggiornare i precedenti Documenti sull'Artico (2009-2010) e rispondere in maniera più puntuale alle problematiche sviluppatesi nell'ultimo ventennio.

I cambiamenti del panorama geostrategico mondiale hanno imposto anche al Canada un ripensamento di priorità e obiettivi. In tal senso, la risposta che Ottawa sta elaborando è il frutto di una policy "dal basso" che vede il coinvolgimento attivo delle popolazioni autoctone nella considerazione che siano proprio i popoli dell'Artico i soggetti che debbono avere maggior voce in merito alle modalità attraverso le quali le loro istanze possano essere affrontate e risolte.

L'ordine del giorno ambientale, giuridico e internazionale è complesso come complessi risultano gli strumenti a disposizione di Ottawa per garantire il benessere della popolazione e gli interssi nazionali.

Sembra proprio che l'Artico sia un dossier fondamentale in grado di contenere molti aspetti del futuro canadese: sovranità, capacità militare, gestione delle risorse, rispetto dell'ambiente, relazioni internazionali.

 In verità, in passato la retorica canadese sull'importanza dell'Artico per l'identità nazionale non aveva usufruito di adeguate risorse in vista della messa in opera concreta delle necessarie infrastrutture al Nord. Al contrario, i tempi sembrano ora maturi perchè si giunga a un vero e proprio approccio strategico integrato che potrebbe rendere il Nord un volano della politica estera canadese per molto tempo a venire.

 

Il convegno di Roma ha enfatizzato come i temi di cui tener conto nell'elaborazione delle politiche in Artico siano innumerevoli. Tutti i partecipanti, nell'ambito delle varie questioni affrontate, sotto il profilo della geopolitica, dello sviluppo socio economico sostenibile, della ricerca scientifica e non per ultimo della dimensione umana, hanno sottolineato come in un momento di grandi tensioni e instabilità internazionale sia quanto mai necessario che l'Artico rimaga una zona del mondo improntata alla cooperazione.

I cambiamenti climatici e i nuovi imperativi geostrategici hanno profondamente e irreversibilmente trasformato la regione, diventata un vero e proprio barometro dello stato di salute del pianeta. Se si aggiungono interessi energetici, commerciali e potenziali rivalità territoriali, l'area costituisce anche una lente di osservazione del mondo a venire, per questo conta essere presenti.

Per quanto riguarda l'Italia, il nostro Paese, che deve non poco all'impegno che il Presidente Frattini ha rivolto all'Artico nelle sedi istituzionali in cui ha operato, ha provveduto all'elaborazione di una Strategia Articanel 2015, segnale di una scelta significativa in politica estera.

*Analista

 

 

 

[1]     http://www.northernstrategy.gc.ca/index-eng.asp

[2]   https://www.esteri.it/mae/it/politica_estera/aree_geografiche/europa/artico/verso-una-strategia-italiana-per.html