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Assolatte - Export record del caseario italiano in Canada: i benefici prodotti dal CETA e la nuova normativa di sicurezza alimentare canadese

Assolatte - Export record del caseario italiano in Canada: i benefici prodotti dal CETA e la nuova normativa di sicurezza alimentare canadese

L’Italia è il primo fornitore mondiale di formaggi in Canada. Ha superato anche la Francia, storico fornitore del Canada in questo settore, con una quota di mercato del 23% sul totale delle importazioni casearie canadesi: circa 1/3 dell’export UE verso il Canada è garantito da formaggi italiani. Le ultime rilevazioni ISTAT hanno mostrato un tasso di crescita del +20% delle nostre esportazioni nei primi sette mesi di quest’anno rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, per un valore che supera i € 32 mln.

 

Gli straordinari risultati e l’overview dei rapporti economico-commerciali tra Italia e Canada nel settore lattiero-caseario sono stati presentati da Assolatte, in occasione del seminario organizzato a Milano il 5 novembre dall’Associazione che rappresenta le imprese del settore. L’iniziativa dal titolo “Canada: fra nuova normativa sanitaria ed accordi commerciali” ha fornito una complessa panoramica sulle  misure introdotte dall’accordo CETA in materia di esportazioni in Canada di prodotti europei lattiero caseari e della nuova normativa canadese in materia di sicurezza alimentare, presentando le relazioni di esperti del settore - tra le quali anche quella di Paolo Quattrocchi equity partner di Nctm Studio Legale, vice presidente della Camera di Commercio Italiana in Canada Ovest e direttore del Centro Studi Italia-Canada

 

«Le relazioni con il Canada sono tanto strategiche quanto complesse. Per le aziende fortemente vocate all’export essere costantemente aggiornate è di vitale importanza per ottimizzare e semplificare le nostre vendite internazionali. Incontri come quello di oggi, soprattutto grazie all’intervento di importanti esperti in materia, permettono di avere una visione di insieme e al contempo di approfondire le questioni tecniche con cui ci confrontiamo quotidianamente. È fondamentale continuare a lavorare con il Canada per mantenere quel rapporto di fiducia che molti di noi hanno costruito con fatica negli anni», ha dichiarato il presidente dell’ente organizzatore, dott. Giuseppe Ambrosi.

 

TUTELA DELLE INDICAZIONI GEOGRAFICHE DEL SETTORE CASEARIO

 

Ad aprire i lavori, l’avvocato Paolo Quattrocchi, che si è soffermato sulle misure pr eviste dalla legislazione canadese a tutela delle indicazioni geografiche italiane riconosciute dal CETA. Non ha trascurato un approfondimento sulle Indicazioni Geografiche non riconosciute e sulle modalità da attuare per avere una forma di tutela nell’ordinamento canadese proprio in ragione delle modifiche al sistema di protezione approntate dalla legislazione canadese in conseguenza della sottoscrizione e entrata in vigore del CETA.

Il direttore del CSIC ha quindi analizzato il sistema di ripartizione delle quote di importazione di prodotti caseari ex CETA attuato dalle autorità canadesi, il sistema di controllo sull’effettivo utilizzo delle quote ex CETA da parte delle diverse categorie di importatori così come strutturate da Global Affair Canada, anche con riferimento al regime sanzionatorio per la mancata utilizzazione delle licenze di importazione attribuite all’esito delle gare che vengono annualmente indette.

 

LE QUOTE E LE RIPARTIZIONI PREVISTE DAL CETA PER LE IMPORTAZIONI DI FORMAGGI

 

Per quanto concerne i nuovi contingenti tariffari e le misure previste dall’accordo CETA per il settore caseario, l’avvocato Bernard O’Connor, partner di Nctm Studio Legale, ha fornito un analitico quadro sulle quote di formaggi europei importabili dal Canada ed i relativi parametri normativi, tracciando altresì il percorso di determinazione dei prezzi dei prodotti importati e come questo sia connesso all’effettiva utilizzazione delle quote aggiuntive ex CETA.

Il CETA, in materia di import-export, prevede l’abbattimento delle barriere tariffarie e, dunque, la liberalizzazione dei mercati con l’eccezione proprio del settore caseario (oltre che dei prodotti alcolici), per il quale è previsto un sistema di quote crescenti: l’importazione in Canada di formaggi europei sarà consentita a dazio zero con un aumento progressivo per 6 anni fino ad arrivare a 17.700 tonnellate (16.000 per i formaggi e 1.700 per i formaggi industriali) aggiuntive.

 

REGOLE, PROCEDURE DOGANALI E FOOD SAFETY

 

Nel secondo panel si è parlato di temi doganali e di food safety in Canada. La dottoressa Mariarita Simona Sardella, dirigente dell’Ufficio Legislazione e Procedure Doganali dell’Agenzia delle Dogane, ha concentrato il suo intervento sulla esplicazione di quali regole e procedure sono previste per la tutela ed il controllo dei prodotti italiani esportati in Canada. Il dottor Claudio Gallottini di ITA Corporation, ha analizzato la nuova legge sulla sicurezza alimentare che verrà adottata dal Canada a partire dal prossimo gennaio 2019. Il CSIC si è già occupato dell’argomento con un approfondimento di Paolo Quattrocchi.

Emerge dal seminario come il settore caseario stia registrando perfomance più che positive, giovandosi delle disposizioni dell’accordo CETA, in linea con i dati relativi all’intero export italiano in Canada.  Stimate fonti come Eurostat e Istat hanno dimostrato che l’Italia è il paese europeo che si è più avvantaggiata in relazione alle quantità aggiuntive di formaggi importate dal Canada. Ha infatti aumentato la distanza da Francia, Danimarca e Olanda, rispettivamente il secondo, il terzo ed il quarto paese membro UE fornitori di formaggi ai canadesi. Nonostante gli ottimi risultati finora raggiunti, si attendono ulteriori e ampi margini di miglioramento, attraverso un sistema di gestione delle quote in grado di assicurare il loro pieno utilizzo nell’arco dell’anno contingentale, rendendo ancora più significativi i tassi di crescita.